1. Sogno o son desto, un autobus in mezzo al traffico parte 3


    Data: 19/06/2019, Categorie: Etero Autore: fabrizio

    www.eroticiracconti.it/racconto/33832-sogno-o-son-desto-un-autobus-in-mezzo-al-traffico www.eroticiracconti.it/racconto/33860-sogno-o-son-desto-un-autobus-in-mezzo-al-traffico-parte-2 Mentre mi chiedo se sono sveglio o se sto sognando, distrattamente allento per un attimo la presa e il liquido caldo che mi scorre fra le mani non ha nulla di onirico. Torno a bloccare la testa dell’uomo mentre tento di tamponare l’emorragia; sento tutta la responsabilità di trattenere la vita di quell’uomo che ora sta fuggendo via fra le dita. Come in un sogno al rallentatore, la brusca frenata, poi uno schianto assordante, vetri esplosi che volano ovunque e lei, che prima ancora il rumore sia cessato, come una furia passa dal sonno all’impeto, afferrandomi un polso e trascinandomi lungo il corridoio dell’autobus. Scavalchiamo persone che si lamentano, ortaggi che rotolano, bambini che piangono, e a tutti lei rivolge una rapida occhiata professionale, immagino formulando mentalmente una diagnosi, assicurandosi che i feriti possano resistere fino all’arrivo dei soccorsi. Arrivati alla cabina di guida vedo l’autista che giace riverso sul sedile, con la testa che pare una pera spiaccicata contro il parabrezza, sfondato; sangue ovunque. Con tono tranquillo ma che non accetta repliche od obiezioni mi fa sfilare la maglietta, ovviamente la mia preferita, pagata una cifra, e l’avvolge a turbante intorno alla testa del malcapitato, imponendomi di trattenerla con una pressione costante e di avvertirla ...
    ... se avessi notato qualcosa di anomalo. Poi si butta fuori dall’automezzo, ed attraverso la ragnatela del vetro anteriore la vedo accosciata a terra mentre preme ritmicamente con tutto il suo peso il petto di un uomo riverso a fianco di una macchina completamente accartocciata. Non posso fare a meno di notare che ha perso le scarpe, le calze sono ridotte ad un colabrodo e quando si piega in avanti a massaggiare l’uomo la corta gonna lascia scoperte un paio di deliziose natiche dalle quali fa capolino il filo di un perizoma. La sua nudità contrasta con la decisione con cui abbaia indicazioni al cellulare che un passante le accosta alla bocca e con il quale, immagino, sta comunicando con i mezzi di soccorso. Mentre non posso non restare affascinato da quel suo miscuglio di femminilità e di direttività, torno a concentrarmi sulla macedonia di cranio che tengo fra le mani e mi accorgo che nella frenesia dei primi attimi i miei pantaloni si sono definitivamente squarciati; non è un grosso guaio, tanto sono ricoperto di sangue che manco un macellaio a fine giornata, e restare praticamente in mutande non peggiora di molto la situazione. Sopra di noi volteggia un elicottero e in lontananza l'urlo delle ambulanze lacerano l’aria. In un istante che mi pare infinito, lei si volta verso di me, mi fa l’occhiolino, e ritorna a massaggiare il ferito; sento che noi due, insieme, possiamo sfidare qualsiasi incidente stradale. Ci mancava, questo gran casino, se ne sentiva proprio il bisogno; alla ...
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