1. Era una sera di maggio (1)


    Data: 19/06/2019, Categorie: Tradimenti Autore: rosamatura60

    ... nel suo umido piacere donandole sensazioni straordinariamente piacevoli e mai provate prima.
    
    Oppure quando le aveva baciato la vagina, fermandosi lungamente a respirare sul clitoride, lambendole le labbra nascoste, all’infinito.
    
    Fino a che il suo corpo non aveva cominciato a reclamare piacere, a muoversi incontrollato per ricevere più a fondo quella piacevole tortura. E quale sorpresa ascoltarsi ad implorare di andare più a fondo, di non fermarsi, e quanta angoscia quando lui si era staccato da lei, come se fosse finita, quale dolore nel ventre per essere stata abbandonata.
    
    Quanta estasi, appena dopo, quando lui aveva ripreso e, finalmente, aveva sentito la sua lingua dentro di lei, aveva scoperto quanta voglia potesse produrre la sua vagina, sentiva i succhi scendere, scendere, scendere e lui che avidamente li beveva. Il paradiso era quello, non aveva avuti più dubbi.
    
    E quando aveva presentato il suo pene a sfiorarle le labbra. Pur avanti negli anni, non aveva mai avuta la voglia di farlo, quando una volta il marito ci aveva provato, l’aveva respinto quasi in malo modo, pensando che quelle cose le fanno le donnaccie.
    
    E invece si era trovata ad aprire le sue labbra, ad allungare la sua lingua, a carezzare quel pene e poi ad accoglierlo nella sua bocca, a lambirlo, ad onorarlo, quasi fosse uno scettro. Si vergognava di essere poco esperta, ma lui non lo fece mai notare, si adattò alle sue mosse, lo succhiò, lo leccò, lo tenne nella sua bocca e lui, ...
    ... delicato, quella volta non ciese di più.
    
    Spostò il suo corpo ed il suo pene a lambirle quelle altre labbra. Ancora una volta non lo infilò dentro, giocò sui confini della sua vagina stimolati dal pene duro di lui, lo strisciò lungamente sul suo clitoride, facendole conoscere quelle sensazioni che non conosceva.
    
    Ancora una volta il suo corpo reagì per lei, ancora una volta scompostamente le reni si inarcavano per vere un contatto più stretto.
    
    Si muoveva fuori da ogni controllo e cercava di infilarsi da sola quel pene che sentiva sempre sull’orlo di entrare e non si decideva mai.
    
    Lui sentiva l’imbarazzo di lei, non avvezza ad avventure, di rigore morale assoluto fin lì, sapeva che lei stava vivendo quel momento con passione ma anche con grande stupore e paura. Voleva che lei si liberasse completamente di quelle paure, la voleva donna, la voleva femmina.
    
    E lei sentì dirle che non sarebbe entrato, voleva rispettarla (giocava il bastardo….)…. a meno che lei non avesse chiesto di penetrarla.
    
    A quel punto sentì il rossore della vergogna aggiungersi a quello dell’eccitazione e del piacere, stava andando a fuoco e lui, bastardo ancora una volta, non s’accontentò di ascoltarla chiedere di andare avanti. No, volle che fosse più esplicita “Dai dammelo, mettilo dentro, voglio il tuo cazzo nella mia vagina”. Non era più lei quella che riusciva a pronunciare queste semplici parole, non era più la professoressa tutta d’un pezzo. Ora era la sua femmina….
    
    Continua…..
    
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