Sei mesi di carsex con la venezuelana teresita
Data: 25/06/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Bisexloingoio
... a quel punto pregai la complice di andare via, che Teresita l’avrei riaccompagnata io a recuperare la propria auto.
Sapevo dell’esistenza di un parcheggio nei pressi dello stadio di calcio che distava meno di un km da quel bar e…quale posto più deserto di uno stadio a quell’ora di sera?
Poi, tutto sommato, lei si presentava come un bocconcino molto prelibato, se anche qualcuno si fosse avvicinato per curiosare, beh chi se ne frega!!
Teresita era troppo lunga per scopare in una macchina, ma io la spogliai di tutti i suoi vestiti, le allargai le gambe, che lei mise a rombo per facilitare la mia entrata, la penetrai a fondo, la baciai ardentemente, esplorai il suo seno, perfettamente sferico e sodo, sodissimo.
Era completamente depilata, il pube, la vulva erano fatti di sola carne, senza ombra di peli. Dalla vagina usciva un liquido chiarissimo, viscoso, saporito.
Sono stato sempre un’abile linguista ma stavolta lo facevo con una più grande e immensa e insaziabile libidine.
La dolcezza di quel liquido, le sue labbra rosse che facevano da sfondo a quello scenario, che di tanto in tanto baciavo anche per condividere quel dolce pasto che stava toccando in sorte, lei con gli occhi socchiusi, ciglia e sopracciglia nerissime…mi prendevano corpo ed anima.
“Oh, dolce puttanella, che in questo momento stai facendo cornuto tuo marito, chi sa se domani ti rivedrò ancora…ti voglio scopare tanto che quando tornerò a casa mia dovrò domandarmi se ho vissuto un sogno ...
... oppure la realtà.”
Il giorno dopo, guardando il bigliettino che lei mi aveva dato, lessi il suo numero di telefono e la chiamai.
Lei era reale e…mi dava appuntamento per la sera stessa, in altro posto.
Ci siamo sempre incontrati accostando le nostre auto in un parcheggio.
Lei saliva sulla mia auto, poi ci allontanavamo per un posto più sicuro.
Ciò accadeva quasi tutti i giorni anche con la nebbia, la pioggia, la neve.
Tutte le sere la pompavo, a volte nella fica, altre volte nell’ano, molto spesso in bocca.
Questa storia andò avanti per tutto l’autunno e l’inverno.
Quando arrivò la primavera le giornate si allungarono.
Perciò scegliemmo di andare all’interno della boscaglia di una foresta lontana qualche chilometro e finalmente, alla luce del giorno potetti vederla in tutta la sua naturale bellezza.
Veniva da me sempre vestita con abiti neri, così le calze, così le mutandine, così il reggiseno, così la gonna e la maglietta che aveva o non aveva secondo il tipo di giornata e lì, in mezzo alla boscaglia, io la prendevo anche fuori dall’auto, la mettevo a pecorina sul cofano dell’auto, oppure la slinguavo sbattendola supina sul cofano e allargandole le gambe.
Non smetteva mai di eiaculare, per tutta la durata del rapporto, che poteva durare anche due ore.
Il liquido non usciva mai a fiotti, ma era un rivoletto, una serie di gocce, continui, tal che non finivi mai di bere, mai di assaporare quella dolcezza divina, quel nettare che veniva dagli ...