1. Notte di mezza estate, un passato che ritorna


    Data: 26/06/2019, Categorie: Etero Autore: Carbolatente

    ... ti senta. Solo io. Sono io il tuo pubblico, ma sono anche il co-protagonista. Aspetto che il tuo respiro ritorni normale e ti abbraccio. Ti sollevo e ti faccio stendere sulla schiena. E sembra che questo spettacolo di luce e musica sia stato preparato apposta per noi, perché come inizia l’ultima canzone “Don’t stop me now” dei Queen, io inizio nuovamente. Non ti do tregua, sia perché non riesco a trattenermi, ma anche perché non riesco a non mettere rabbia in quello che sto facendo. E la rabbia mista al desiderio e al piacere è un’arma letale. Adesso sono io l’egoista. Le mie mani risalgono i fianchi fino ad arrivare nuovamente al seno. E non è un tocco dolce il mio. È deciso, a tratti rude, mentre stringo i capezzoli da sopra il vestito. Lo sento che mi chiedi di fare piano ma non ti ascolto. So che non è veramente quel che vuoi. Ad ogni colpo un piccolo urlo ti esce dalla bocca. E la cosa tira fuori la bestia che è in me. Aumento sempre più il ritmo, ormai non ne posso più sono al limite. E anche te lo sento. I miei addominali sono al limite, non ho mai tenuto questo ritmo. Ed è sulle fasi finali dello spettacolo e della musica che veniamo insieme. Un ultimo affondo e letteralmente esplodo dentro di te. Non riesco a sopportare questo piacere e mi accascio dolcemente sopra di te. È la prima ...
    ... cosa dolce che faccio. Dobbiamo riprendere fiato. A ricordarci che questo non è un momento romantico te ne esci quasi scocciata: “Come facevi a sapere che ero protetta e che potevi venirmi dentro?”. “Non lo sapevo, ma se ci fossero stati problemi me lo avresti impedito non è così?” Non si risponde mai a una domanda con un’altra domanda. Ma vaffanculo alla buona educazione. Ti rendi conto che ti ho letteralmente riempita, e cerchi di ripulirti. Ma mentre mi alzo e mi sistemo ti blocco: “Non farlo!”. Cerchi di replicare: “Ma..”, che subito ti interrompo: “Ma un cazzo, tu adesso resti così fino a casa, tanto la gonna è abbastanza lunga e il sedile non corre problemi”. Avvampi, diventi rossa ma vedo che la cosa ti spiazza certo, ma anche ti diverte. E cedi. Con calma ci dirigiamo dove c’era tutta la gente, che ormai se ne sta andando. Un ultimo sguardo e ci dividiamo. Ognuno per la sua strada. È sempre stato così fin dall’inizio. Ma i conti in sospeso vanno regolati. Non serve quindi alcun bacio d'addio. Incrocio nuovamente Marco, mi dirigo verso di lui e mi fa segno di andare al bar dove mi offre una birra. E al momento di brindare gli chiedo a cosa. E lui che ha capito tutto mi fa: “Alle donne speciali, quelle che ci fanno sentire vivi”. E mentre brindiamo capisco che mai brindisi fu più azzeccato. 
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