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La dottoressa
Data: 02/07/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: vrgringo
Avevo 16 anni e da almeno 4 non avevo più avuto bisogno delle cure della nostra dottoressa di famiglia, che mi conosceva e curava da quando di anni ne avevo 8, da quando siamo venuti a vivere in questa città. Fino almeno a questo inverno, quando un'influenza mi costrinse a letto con una febbre a 39 per una settimana di seguito. La qual cosa preoccupò mia madre che la chiamò per una visita a domicilio. Era sera, ero rincitrullito dalla febbre, e la visita iniziò con i complimenti, da parte della dottoressa per essere diventato un bel ometto e come mai non mi ero più fatto visitare da lei. Forse perché praticavo molto sport, ero diventato un po' immune all' influenza che comunque quest'anno non mi aveva risparmiato. Mi chiese di sollevarmi la maglietta per poter ascoltare il cuore e i polmoni, mi poggiò quello strano strumento gelato nella schiena e ascoltò. Mi volle poi ascoltare anche il petto, facendomi coricare a pancia in su e facendomi levare del tutto la maglietta che la disturbava. Mi fece i complimenti per il petto muscoloso e riprese a sentire e palpare con le mani il petto. Mi disse che se volevo risolvere velocemente il problema era possibile con delle supposte, che non mi sono mai fatto mettere, o con delle punture nelle natiche. Scelsi di farmi fare le punture, forte della mia presunzione di non temere nulla, fino a quando non vidi l'ago pronto a pungermi. Mi chiese di scoprire la natica prescelta che mi ...
... toccò per sentirne la rigidezza. Ero un po' teso e forse troppo rigido, quindi mi chiese di scendere dal letto e buttarmi di pancia sul letto stesso, porgendogli il mio di dietro. Mi abbassò completamente lo slip mettendo a nudo il mio sedere. La cosa mi imbarazzava ma pensavo che la mia dott chissà quanti né avrà visto. Mi tastò entrambe le natiche cercando di rilassarmi ma la cosa mi stava addirittura eccitando. Speravo che non mi guardasse con troppa attenzione perché in quella posizione si potevano scoprire parti del corpo che non volevo vedesse. E mentre fantasticavo con queste menate, l'ago mi penetrò raggelandomi. Guarì in pochi giorni e mi dimenticai di quei fatti sino al giorno in cui, qualche settimana dopo, mia madre mi mandò dalla dott per ritirare una ricetta medica per alcune pastiglie. Ero in fila da più di un'ora e, ovviamente ultimo, quando si erano già fatte le 20, finalmente toccò il mio turno. Era felice di rivedermi e si compiaceva del fatto che ero venuto a trovarla dopo anni che non mi facevo più vedere nel suo ambulatorio. Prima di ricevermi, mi chiese di aspettare un attimo perché doveva chiudere la porta d'ingresso allo studio altrimenti sarebbero arrivati altri pazienti sino a mezzanotte. Finalmente soli mi chiese qual era lo scopo della visita e gli chiesi della ricetta che serviva a mia madre. La preparò subito e, tra una chiacchiera e l'altra, mi chiese se volevo approfittare del fatto ...