1. Un grande ritorno


    Data: 02/07/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Milano Malpensa, le otto di sera. La notte calava rapidamente ormai padrona incontrastata del cielo. Il sole andava ad annunciare il buongiorno ad altri popoli. Per tutti era sinonimo di cessazione d'attività, di riposo.Non per me.Io sapevo bene che Katherine sarebbe dovuta arrivare di lì a poco. Ogni singola fibra del mio essere la rivedeva, in ogni situazione in cui ci siamo trovati e ciò innescava tutta una serie di possibili nuove situazioni... Molte delle quali sconsigliate a minori e deboli di cuore.Mi venne un'erezione abnorme che si sarebbe anche potuta notare se non mi fossi strategicamente posizionato con lo zaino che portavo con me quasi sempre sopra di essa. Ciononostante faceva comunque male, l'attesa.Mi era mancata molto, ricordavo il suo profilo longilineo, il suo volto magnifico, i seni piccoli ma sodi, la sua bellezza d'ebano senza un grammo di grasso, i suoi gemiti mentre la prendevo, la sua fica aprirsi come un ostrica che cela un prezioso tesoro di madreperla..."Dio, devo smetterla di pensarci!", mi imposi.Per chiarire la cosa con il mio pene ribelle, andai in bagno e mi sparai una sega. Ripulii tutto ma, tempo qualche minuto, circa una ventina ed era come prima. E dire che Katherine era solo un'amante... O no? La domanda mi ribollì dentro come acqua bollente gettata nel vuoto nero dello spazio.Intanto nel terminal migliaia di persone transitavano su e giù, beatamente ignare del mio turbamento. Beate loro...Passarono i minuti. Ero arrivato con l'anticipo ...
    ... di ben un'ora, solitamente lo facevo per fare bella figura, in quel caso per prepararmi psicologicamente.Non che funzionasse.Presi allora un libro. Mi ero portato uno di quei libri di spionaggio. Non servì: tempo un istante ed ero ancora lì ad attenderla spasmodicamente. Avrò letto sì e no quattro parole...Presi allora a seguire il mio respiro, cercando di calmarmi. In una decina di minuti ce la feci, raggiungendo una sorta di tranquillità quantomeno fragile. Mi concentrai sui ricordi per un istante, quelli del mio viaggio a Londra. Purtroppo non durò molto: un'immagine di Katherine avvinghiata a me devastò la mia tranquillità. Non fosse stato per la gente in giro mi sarei messo a urlare, cazzo!D'un tratto eccola che arrivava! Pantaloni lunghi, maglia a maniche lunghe, un sorriso enorme sul volto che s'allargava intanto che si avvicinava a me. La pelle bruna del viso che faceva da perfetto contrasto con la dentatura bianco smagliante.Prima ancora di parlare ci abbracciammo. Respirai il suo profumo a pieni polmoni. Senza una parola prendemmo a baciarci. Le infilai gioiosamente la lingua in bocca mentre la stringevo a me. Il futuro non aveva importanza. Se anche avesse dovuto andarsene per sempre dalla mia vita non importava: per ora era qui e tanto mi bastava.Diverse occhiate arrivarono a convergere su di noi. Alcune eccitate, altre contrariate e altre apertamente ostili. Mandai mentalmente tutti a fanculo."Che cazzo vogliono 'sti bigotti del cavolo?", mi chiesi.D'altronde, se ...
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