1. A casa di mia cugina - 3^ parte


    Data: 13/07/2019, Categorie: Etero Autore: Wolfabio1

    ... sborrato addosso, ho leccato il tuo sperma, credi che siano cose che io faccio abitualmente, credi che lo abbia mai fatto col mio ragazzo? Ti sei approfittato della mia eccitazione per sbattermelo in culo, credi che a 22 anni lo avessi già fatto?” “Cristina io nemmeno sapevo che avessi un ragazzo, e poi è stata l’eccitazione del momento, non pensavo a niente”. “E io non ti chiedo altro – mi fermò lei – non pensare a niente. Non farti 1000 seghe mentali su cosa dirà mia madre o cosa diranno in famiglia. Non pensiamo a niente, pensiamo solo a noi, a stare bene”. Andammo avanti così per ore, lei rimarcava quanto la nostra intesa sessuale fosse stata incredibile, io cercavo di farle capire che le sarebbe sicuramente successo con altri ragazzi e che quello che sentiva era legato al fatto che avesse fantasticato per troppo tempo di fare l’amore con me, che avesse mitizzato troppo la situazione e che tutto sommato fosse anche normale. “Cristina, tutti crescono con una fantasia, pensano a una persona e la mitizzano ma probabilmente mai quel sogno si avvera, rimane solo una fantasia. Tu l’hai messa in pratica e questa cosa ti sta facendo sembrare tutto più grande di quello che è”. “Si ma non l’hai mai provata dal vivo, non puoi capire come questo ti sconvolga. Si è vero ho fantasticato di farlo con te tante volte e lo facevo toccandomi con le mie mutande che tu usavi per masturbarti per renderlo più realistico. Ma stanotte io ho fatto l’amore con te, non con una fantasia, eri ...
    ... reale”. Alla parola “fare l’amore” invece di fare sesso o scopare, capii che si stava mettendo male, urgeva un rimedio, drastico. “No Cristina non abbiamo fatto l’amore, è stato solo sesso. Io ero carico a palla perché ero arrabbiato con te e ti ho scopata senza alcun trasporto, senza alcun rispetto. Ti ho persino sodomizzata non per l’eccitazione del momento ma perché volevo umiliarti per quello che mi hai fatto, ti ho sborrato addosso per trattarti come una cagna, come un oggetto, non c’era nessuna passione in me”. Mentivo sapendo di mentire, ma pensai che fosse il modo migliore per uscire da questa situazione. Si andò a chiudere in camera sua. Io mi andai a cambiare mi distesi sul letto e pensai che forse era il caso di lasciare quell’appartamento al più presto. Mi alzai e cominciai a radunare le mie cose. Era quasi mezzanotte, avevamo parlato davvero per ore ed ore ma più che stanco mi sentivo in colpa per aver detto quelle parole orribili a quella ragazzina anche se probabilmente mi sarei dovuto sentire in colpa più che altro per esserci andato a letto. Eppure quello non mi sembrava un gesto sbagliato, non riuscivo a pentirmene. Mi diressi verso la porta di casa, feci per aprirla ma era chiusa a chiave. Sul tavolinetto vicino alla porta non c’erano chiavi, sicuramente le aveva prese Cristina. Bussai alla sua porta, mi rispose di entrare. “Cristina aprimi dai è meglio che non resti ancora in questa casa”. “Se tu esci da questa casa stasera, sono sicura che non ti rivedrò più”. ...