1. Pioggia


    Data: 14/07/2019, Categorie: Sentimentali Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    ... la sera che provo a chiamarti sul cellulare...” non rispondo, dopo quella chiamata è volato rovinosamente contro il muro, è stato allora che sono uscito di casa, senza chiavi, senza documenti, senza soldi, senza meta, senza un ombrello…. Ho camminato per quasi sette ore sotto la pioggia. “Volevi suicidarti con una polmonite? Ci sono metodi più veloci ed efficienti lo sai?” Non rispondo, non mi muovo neppure quando mi mette nelle mani una tazza bollente che appoggio sul piano, con una lentezza quasi esasperante, che quasi mi scotta le mani. Nella mente ho il nulla totale, sto affondando, mi sto allontanando dalla superficie, le mani mi circondano il viso tirandomi su la testa, come un braccio teso in un foro tra il ghiaccio ad afferrarmi per trarmi fuori. Gli sguardi s’incontrano, scoppio a piangere, di debolezza, di rabbia, di dolore… tanto vecchio dolore. Provo a balbettare qualcosa, forse sono scuse, forse sono suppliche, forse solo commiserazione per me stesso. Improvviso il caldo mi pervade il viso girandomi la testa; è la prima di una graniuola di sberle, che poi diventano pugni, che si abbattono sulle spalle, sul collo sul petto. E’ dolore, non quello dei colpi che sto ricevendo, non quello che mi sta mangiando le viscere , è il tuo dolore. In qualche modo riesco a bloccarti i polsi, mi costa una fatica immane, di nuovo incrocio i tuoi occhi colmi di rabbia e preoccupazione, colmi di lacrime… “Stronzo!”. Siamo più nudi in questo istante di quanto lo siamo mai stati ...
    ... senza vestiti, ti lascio andare i polsi...ed una altra sberla mi segna il viso, mi sono meritata anche questa, credo. Mi prende e mi porta in camera da letto, mentre attraverso il corridoio il mio sguardo va agli asciugamani pregni di pioggia sul pavimento, senza quasi volontà mi lascio buttare sul letto, sento l’accappatoio aprirsi, ho coscienza dei miei capelli umidi contro il cuscino. Nella semioscurità della stanza, rischiarata solo dalle luci della strada e dai lampi , ti vedo spogliarti completamente. Vorrei dirti che non posso, che non voglio ora, che non è giusto...credo, ma la tua pelle bollente contrasta la mia fredda, così la percepisco nel tuo abbraccio rovente, la fisicità del sesso come affermazione di vita. Non credo sarò in grado di fare l’amore, il mio corpo la pensa diversamente però, in qualche modo succede prima che perda del tutto conoscenza. Il sonno è un pozzo nero senza sogni, nel quale precipito cullato da una confortevole insensibilità. Il risveglio è strano: dapprima la luce che mi ferisce gli occhi, poi il tepore amico del tuo corpo sul mio e la regolarità musicale del tuo respiro. I capelli che mi solletticano il petto, le guance che mi bruciano ancora intorpidite, quel peso nel petto, presente ma più lieve. Osservo la sinuosa perfezione della tua pelle, no a dire il vero non è perfetta, è giusta per me, perfetta per me. Di nuovo ho perso la cognizione del tempo perché quando riporto gli occhi alla tua testa trovo i tuoi occhi che mi fissano. “Sei un ...