1. L'ostello


    Data: 16/07/2019, Categorie: Trans Autore: dolceliquirizia, Fonte: RaccontiMilu

    ... quella notte da lupi.La pioggia rendeva impossibile lasciare l'ostello, così ci accomodammo al bancone e ordinammo uno shot."Per scaldarci un po'", commentò lei ammiccando al proprietario.La serata trascorse fin troppo velocemente. Avevamo un'intesa che raramente avevo provato, perfino con le mie amiche più strette. Non mi sentivo minimamente a disagio a parlare di questioni abbastanza personali con Lara, una perfetta sconosciuta. Probabilmente era anche l'effetto dell'alcol, visto che altri shot avevano seguito il primo. Nonostante la bufera fuori dalle finestre, ridevamo e scherzavamo insieme come vecchie compagne di scuola che non si vedono da troppo tempo. Quando il bar chiuse lentamente risalimmo le scale. Entrambe sentimmo gli effetti di ciò che avevamo bevuto, limitati però ad un'allegria eccessiva. Non eravamo affatto ubriache, solamente felici. Arrivate in camera scherzammo entrambe sul fatto di essere solite dormire nude. Io mi sfilai velocemente i vestiti e non mi preoccupai vedendo i suoi occhi indugiare sul mio corpo. Un lieve rossore le dipinse gli zigomi."Io sono un po' più timida... Non ti dispiace se spengo la luce prima di spogliarmi, vero?"Non c'era motivo per cui dovessi essere dispiaciuta. Mi infilai sotto le lenzuola e lei schiacciò l'interruttore. Sentii il fruscio dei suoi vestiti che scivolavano a terra, poi il letto muoversi quando lei si sdraiò accanto a me. Pensai che sarei stata curiosa di vedere il suo seno, che fino a qualche minuto prima ...
    ... gonfiava il top che lei indossava. Mi voltai verso la parete e fu più o meno allora che accadde. Muovendomi, sfiorai il suo corpo e sentii qualcosa di inconfondibile. La mia mente era confusa, anche per via dell'alcol, eppure non avevo nessun dubbio: quello che avevo sentito era un membro maschile. Un cazzo. Un signor cazzo, a giudicare dalle dimensioni della cappella che aveva sfiorato le mie natiche. Eretto, duro, gonfio di desiderio. La sentii sobbalzare per la sorpresa e l'imbarazzo."Patrizia, io... Io... Scusami."Ecco perch&egrave aveva spento la luce. Voleva tenermi nascosto quel dono. La avrei giudicata male, pensava? No, no. Niente di più lontano dalla realtà."Lara, non c'&egrave niente di cui scusarti.""Io pensavo che...""Che?""Non lo so, non &egrave facile... Cerca di capirmi""Vuoi sapere cosa penso io, invece?""Che cosa?"Non risposi. Invece, iniziai a strusciarmi su quel cazzo enorme e durissimo, eccitato almeno quanto lo ero io.Gemette. Mi voltai, lo presi in mano. Era davvero enorme, riuscivo a masturbarlo solamente usando entrambe le mani. Se prima ero bagnata per la pioggia, ora lo ero per la voglia. Se ero arrivata in quell'ostello per vedere la Torre, adesso era un'altra la torre che volevo. Una torre di carne pulsante. Una torre che volevo cavalcare, baciare, succhiare, che volevo dentro di me in tutti i miei buchi. Tolsi rapidamente il lenzuolo e la feci sdraiare sulla schiena. Se la luce fosse stata accesa, mi avrebbe visto scendere piano con la testa verso il ...