1. Colpevole


    Data: 25/07/2019, Categorie: Etero Autore: Paoletta80

    ... partecipe, poteva sembrare anonima, ma lì c'era un particolare: eravamo io e te. I protagonisti del racconto erano reali e potevamo essere solo noi. Lei, ero io. Sorpresa, silenzio, battito mancato. Per uno perso, ne hai guadagnati cento, forse più, a giudicare da come ti batte forte il cuore ora, dopo l'orgasmo, il nostro. Ti ho evitato fino ad oggi, dovevo avere la certezza che tu avessi letto: "il tuo lavoro mi ha piacevolmente sorpreso..." un'ultima mail concisa, significativa, nel tuo stile pungente. Non ho risposto, perché avrei dovuto? Sapevo dove trovarti ed è lì che ti ho atteso, mischiandomi tra la folla. Il tuo sguardo scrutatore, vigile, ha scandagliato il locale come al solito, non ha impiegato molto a trovarmi e si è fermato su di me. L'espressione da uomo sicuro di sé si è appannata per un attimo, e io ho avuto la mia conferma: avevi capito. Le tessere del mosaico erano tutte al loro posto, tranne una: eri pronto? Sì che lo eri, non mi hai delusa, mi volevi anche tu, prima del mio gioco, ma piuttosto che ammetterlo, rischiare un rifiuto, avresti continuato a fingere con te stesso e con me. L'irrazionale è il mio campo, non il tuo. Sei rimasto incollato a me con lo sguardo, in ogni istante. Ci siamo parlati così per interminabili minuti. Entrambi volevamo conferme. Immaginavo, che le scene del mio racconto, ti stessero scorrendo nella testa come quelle di un film. Ti stavi chiedendo cosa ci fosse di vero? Tutto. Ho davvero voglia di aprirti i pantaloni quando ...
    ... sono con te? Sì. Ti adorerei con le labbra instancabilmente come ho descritto? Ancora sì. Stringerei la tua mano tra le cosce, anche qui, adesso, seduti in pubblico, solo per bagnarti di me? Sempre sì. I tuoi occhi sembravano chiedere, i miei, rispondere. Di solito, parli sempre e solo tu quando sei in compagnia, stasera non l'hai fatto. Le tue labbra si muovevano appena, forse in risposte scontate e veloci. Perché la tua testa, e non solo quella, erano altrove. Seguivi me. Ti avevo catturato. I tuoi occhi mi vedevano in maniera diversa. Sapevi che quello che avevi davanti, adesso, potevi averlo. Guardavi il mio corpo, mi accarezzavi dalle gambe ai capelli. Forse, a sentirti ora, incollato a me, accarezzare non è la parola adatta. Mangiare, è quella giusta. Mi assaporavi con quelle iridi incandescenti, accese, come le mie. Ti ho sempre desiderato, ho spesso avuto fremiti e voglie in tua compagnia o anche solo pensandoti. Seduta lì però, consapevole che i nostri sguardi finalmente parlavano la stessa lingua, si intrecciavano e cercavano in un amplesso mentale, la mia eccitazione era a livelli altissimi. Incontenibile. Mi sentivo liquida e calda. Pronta, ad una tua mossa. Toccava a te. Su questo, non avevo alcun dubbio. Dovrei maledirlo questo vizio e invece, è stato complice esso stesso. Una sola boccata e sei comparso davanti a me, fuori, nella penombra, con le mani nelle tasche dei pantaloni. Ti ho sorriso, non ho detto una parola. Ho atteso. Ti sei avvicinato ancora, di più. ...