1. Vecchia baldracca


    Data: 26/07/2019, Categorie: Etero Cuckold Sesso di Gruppo Autore: esperia, Fonte: RaccontiMilu

    ... lo incontri, lui diventa sempre più gentile e premuroso e alla fine, senza neanche accorgertene, ti ritrovi ad aspettare con impazienza il prossimo incontro, che ormai è diventata una simpatica consuetudine. Anzi, ti accorgi di essere proprio tu a provocare le situazioni che favoriscono i vostri incontri. Giusto?Continuava a guardarmi, questa volta con diffidente sorpresa.Annuì ancora.- Te lo dicevo: noi due siamo uguali. Anche per me tutto è cominciato in questo modo. Può darsi che per te ci voglia qualche anno in più (o magari in meno, non si sa mai), ma alla fine finirai come me, se non cambi registro. Lascia che ti racconti la mia storia, cara... hummm... come ti chiami?- Renata. - Proprio lei. Renata Colzani. Anche quel piccolissimo dubbio che m'era rimasto veniva cancellato dal suo nome. Ora ero sicura che fosse lei.- Renata, tesoro, ho cominciato proprio come te. Una donna carina, anzi, bella, proprio come te, sposata a un ragazzo d'oro, bello, affidabile, intelligente, lavoratore, di ottima famiglia. E una lista di beni "indispensabili", che dovevamo assolutamente avere, che cresceva ogni giorno. Fabrizio, mio marito, con cui ero assieme fin dall'Università, aveva un buon lavoro come capo della logistica della Digital, qui in Italia (un'azienda che oggi non esiste più). E potevamo permettercelo, seppure a fatica. Fabrizio non ha mai battuto ciglio quando gli chiedevo qualcosa. Si buttava nel lavoro, trovava qualche contratto da programmatore di sera, qualche corso ...
    ... Access da tenere e mi accontentava sempre. La pelliccia, l'Audi TT, la casa a Milano Due... Ma io, come te, a essere lasciata sola tutto il giorno, e spesso anche la sera, mi annoiavo. Ho provato di tutto: la palestra, i corsi di cucina, il volontariato alla parrocchia, ma mi sentivo sempre più sola e annoiata. Al punto che ho cominciato a incolpare Fabrizio per la mia insoddisfazione. Che stupida! Pensavo che gli piacesse lavorare cinquanta o sessanta ore alla settimana, e che lo facesse per farmi un dispetto. Invece era colpa mia: spendevo soldi a bocca di barile, non lavoravo e non contribuivo al bilancio familiare, ma mi annoiavo a morte ugualmente. Poi ho conosciuto Luca. Ah! Luca...! Abitava nel nostro stesso palazzo, al secondo piano, e lavorava da casa. Credo traducesse manuali in italiano per la Ibm. Non so nemmeno com'è cominciato, ma alla fine divenne una sua abitudine passare da me quasi tutti i giorni per un caffè e quattro chiacchiere. Io ero contenta di avere qualcuno con cui parlare e cominciai a raccontargli tutte le mie insoddisfazioni e ben presto mi ritrovai a spifferare cose intime e il farlo mi faceva sentire bene. Non ne aveva mai parlato con mio marito, di questo senso di solitudine, dico. Ma ne parlavo invece con Luca. Questo è stato il mio errore, credo.Mi bagnai le labbra con il Bloody Mary. Avrei dovuto farmelo bastare per tutto il tempo del mio discorso.- Incominciai a dare la colpa a mio marito per le mie insoddisfazioni. Sentivo un risentimento ...
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