1. Quattro tori per due vacche (3)


    Data: 26/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    Il poliziotto, anziché estrarre lo sfollagente dal mio sfintere, toglie le mie mani e lo impugna con una delle sue spingendolo ancora più a fondo. Mi strappa un urlo, ma non lo tira via. Lo scavalca e punta la sua mazza alla mia rosellina. Ci appoggia la cappella e cerca di farsi strada sopra il bastone nero.
    
    Cazzo! Vuole penetrarmi sia col palo che con la sua minchia!
    
    Faccio un respiro profondo e il glande si infila in me.
    
    “MMMMMMMMM!!! Che bocca che ha questa troia! Ah!... E che lingua!... Sì, lecca… lecca lì… proprio lì, puttana!”, geme lo sconosciuto nella camera da letto. Poi, arriva il suono di un rigurgito seguito da un paio di colpi di tosse: Gino deve essersi strozzato con uno dei due cazzi. “Riprendilo, dai! So che ce la puoi fare!”, lo esorta ancora il terzo ragazzo, e un gridolino soffocato della puttanella sottolinea che la sua bocca si è nuovamente riempita.
    
    “Questa casa è un troiaio!”, mi fa il poliziotto, mentre continua a spingermi la verga in corpo, facendola scivolare sopra lo sfollagente.
    
    “Non immagini quanto…!”, ribatto con un filo di voce, tanto che lui sembra non farci troppo caso.
    
    “Sì, come ti entra bene! Lo senti?”, mi chiede.
    
    “S… sì…!”, gemo in preda a spasmi continui, che, in realtà, non sono mai cessati. Il cazzo mi penetra fino a metà, ma poi non riesce più a muoversi: le due mazze sono troppo grosse per starmi dentro insieme completamente. Almeno, questo è quello che penso.
    
    Come mi dice sempre Enrico, io però mi ...
    ... sottovaluto. Infatti, non avevo considerato che, anche se i due pali restano fermi, io godo ugualmente. E più godo, più mi lubrifico, agevolando così lo scorrere di quei corpi estranei.
    
    Uno spasmo mi fa sputare altri umori e mi fa dilatare, e qualche altro centimetro di minchia mi sprofonda in corpo.
    
    Il poliziotto mi guarda con la bocca spalancata, forse perché stupito che le mie abilità tanto decantate da Claudio trovino riscontro nella realtà, o forse perché anche lui sta godendo come un maiale. Un rivolo di bava gli lucida un angolo della bocca e il mento: col dorso della mano si asciuga e riprende a spingere.
    
    D’un tratto, un trillo ci distrae entrambi. Lui si volta ed estrae il cazzo da me con uno strattone. “AH!”, urlo.
    
    “Tieni il bastone dentro, chiaro?”, mi fa con tono imperioso, mentre raggiunge i suoi calzoni e prende il cellulare. Digita qualcosa e poi esce dalla stanza in retromarcia senza staccarmi gli occhi di dosso. Ricompare qualche secondo dopo e mi si avventa contro, ripartendo da dove aveva lasciato. Fa colare della saliva sul mio buco profanato dallo sfollagente e poi punta la verga ancora dura e la fa sparire quasi completamente in me, provocandomi un sussulto. Chiudo gli occhi, stringo la seduta e faccio un respiro profondo.
    
    “Bene bene! Vedo che vi state divertendo?”. Una voce a me nota irrompe nella stanza. Sollevo il capo e riapro gli occhi: Claudio è nel soggiorno, alle spalle del poliziotto, e sogghigna, mentre il suo volto infoiato non desidera ...
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