1. Una spagnola dalla supplente


    Data: 25/10/2017, Categorie: Masturbazione Autore: beast

    Mi piaceva davvero la nuova supplente di scienze, lo capivo perché quando mi masturbavo pensando a lei (molto spesso ultimamente) ci mettevo molto meno del solito ad arrivare all’orgasmo. Ora la stavo immaginando mentre si slacciava i piccoli bottoncini di madreperla, aprendo il décolleté della camicetta di seta verde chiaro su una coppia di bellissimi seni, perfettamente incapsulati in un reggiseno di pizzo color verde smeraldo. Sbottonava anche i polsini e si levava la camicetta facendo scivolare dalle spalle la morbida seta con un movimento languido e provocante. Le spalline del reggiseno fecero la stessa fine, scostate con un dito e fatte scendere lentamente, accompagnandole lungo le pallide braccia. Il reggiseno restava comunque al suo posto, trattenuto dalla forma rotonda delle coppe che si adattavano perfettamente a quella dei seni. Lei allora mi prendeva un dito indice con una mano e se lo infilava tra il tessuto e la pelle facendogli seguire l’orlo di pizzo lungo la morbida curva del seno. La nocca del mio dito passava tra seta e il capezzolo e sentendolo indurire, il mio pisello si tendeva per l’eccitazione e ... e niente dovevo fermarmi con la mano che andava avanti e indietro per non arrivare a sborrare prima del tempo! Mi fermavo, ricominciando a studiare, che noia ‘ste regole di trigonometria, piano piano il sangue defluiva dalle mie guance arrossate per l’eccitazione, il battito rallentava, e il cazzo lentamente si smosciava. Studiavo cinque o dieci minuti e ...
    ... poi la testa tornava alla giovane supplente, ai suoi seni meravigliosi e la mano tornava a infilarsi nei pantaloni, dentro le mutande, riprendeva il cazzo barzotto e ricominciava a menarlo lentamente. Dove avevo interrotto? Ah già, il mio dito, infilato oltre l’orlo di pizzo del reggiseno, sfregava contro il suo capezzolo che si induriva all’istante. Le mie dita diventavano due e abbassavano completamente le coppe del reggiseno liberando quelle meravigliose poppe. La prof aveva un paio di tette enormi (non è vero, aveva dei seni proporzionati, ma nelle mie fantasie segaiole preferivo esagerare), le presi con entrambe le mani cercando di strizzarle, ma non riuscivo assolutamente a contenerle e mi sgusciavano dalle dita, come se aumentassero ancora di dimensione, come se si gonfiassero a causa del mio strizzare. Abbassai la testa e le morsi un capezzolo, quasi con rabbia, lei urlò, un po’ per il dolore, un po’ per il piacere, facendomi esaltate ancora di più. Affondai la faccia tra le sue tette e le baciai, le leccai, le morsi come un indemoniato, la mano sinistra aggrappata alla scrivania, la destra che segava sempre più velocemente. Stavo per venire di nuovo e mi toccò interrompere per la seconda volta. Anche questa volta fermai la mano appena in tempo, solo una piccola goccia trasparente fuoriuscì dal mio pene pulsante. La raccolsi sulla punta del dito e la assaggiai, era vagamente salata, chissà se anche gli altri ragazzi della mia età assaggiavano il proprio sperma, mi ...
«12»