Ogni volta, una prima volta
Data: 25/10/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti
... invasa, sua nella ritiratra, dal turgore di lui. Il respiro che manca, la sua presa potente e decisa, perentoria e spietata, il demone che gli dormiva dentro e che solo lei poteva svegliare, di cui essere vittima e padrona al contempo. Quando le permetteva di staccarsi, quasi avesse voluto cercare di domare in parte il suo impeto così, lei spesso tossiva, ma poi ritornava famelica su quella carne umida della sua stessa saliva. In questo lasso di tempo, lei continuava a godere, a venire a ripetizione, spesso senza neppure toccarsi; a volte mentre la baciava, le infilava le dita nella fica, quasi a sincerarsi della sua reale eccitazione... due pazzi. Un gioco al massacro, dove era difficile capire chi avesse il controllo di chi, finchè lui la staccava da sé quasi a forza, spesso rovesciandola sulla schiena dove capitava, pavimento, divano, letto,un tavolo e le tuffava la faccia tra le cosce già fradice. Oddio quanto le piaceva che lo facesse, al di là dell'atto fisico in sé, di come il suo corpo lo recepiva e ne godeva senza ritegno, in quella fame con cui le consumava la fica fradicia sentiva il pulsare del suo desiderio di lei. Le parti s'invertivano, lui veniva dapprima stretto alla testa dalle mani, contro di sé, e poi diveniva troppo da sopportare, gli orgasmi si susseguivano rapidi, al minimo tocco con frequenza sempre maggiore, cercava allora di rallentarlo, di distanziarlo da sé, prendere tempo. Tutto inutile, lui ne abbracciava le cosce da sotto, la teneva ...
... stretta a sè mentre con la faccia tuffata tra le gambe, permetteva alla sua bocca di fare scempio di ogni, di lei resistenza. Alle volte con uno sforzo di volontà, più ancora che fisico riusciva a ruotare e portarsi sotto di lui per impossessarsi di nuovo con la bocca del suo cazzo. S'ingaggiava una lotta selvaggia, che ricordava molto quelle immagini di possenti fiere chiuse tra le spire di un grosso serpente. Il piacere li devastava sino ad esaurirli spesso entrambi, costringendoli a rallentare. Un occhio del ciclone in cui ritrovavano un po' di dolcezza, ma era solo una pausa. Di lì a breve lui l'avrebbe ripresa, esattamente come questa sera. L'aveva voltata portandosi dietro di lei, con intenzioni inequivocabili; pur alla sua età era rimasta vergine nel culo prima di conoscerlo, a lui aveva scelto di fare quell'ultimo dono di sé e lui l'aveva presa, ma inaspettatamente, per quanto lo desiderasse e si percepisse, la prendeva li dietro di rado. Le aveva detto perchè: voleva fosse un po' doloroso ogni volta, non voleva si abituasse mai e del tutto, ogni volta doveva essere un po' come quella prima volta, come a ricordare a chi si era data e di chi continuasse ad esserne schiava. Per la stessa ragione il lubrificante era presto scomparso dai loro preliminari, per essere sostituito dalla saliva o dai suoi abbondanti umori vaginali; sebbene non fosse irruento nel suo ingresso poi lo diveniva nella cavalcata, lasciandola sempre un poco indolenzita, ma molto di più eccitata, come ...