1. Affare di famiglia (1a parte)


    Data: 08/08/2019, Categorie: Tradimenti Autore: ProfumodiFemmina65, Fonte: Annunci69

    Affare di famiglia
    
    Ma chi me lo ha fatto fare, quest’anno, di organizzare la festa del 4 luglio nel nostro giardino? Tutti a dirmi: “Dai, ti aiuteremo! Devi solo pensare a cosa vuoi cucinare, del resto ci occupiamo noi!”. E mi sono fatta convincere.
    
    Ho iniziato a rimuginare su hamburger, salsicce, patatine fritte e pannocchie così tanto ossessionatamente, che me le sognavo anche di notte. Sono impazzita nei supermercati, spingendo carrelli pieni di tutto quello che pensavo potesse servire. Carne, panini, hot dog, salse di ogni genere, piatti, bicchieri e tovaglioli di carta, acqua, vino, bibite, dolci, sempre da sola.
    
    Arriva il gran giorno: fa molto caldo, e mentre passo in rassegna tutto il guardaroba per decidere il look da sfoggiare, il mio sguardo si ferma su un paio di jeans un po’ logorati dal tempo. Ho in mente qualcosa, tanto là fuori in giardino, è vero, tutti si stanno dando da fare: mio marito sta accendendo il fuoco nel barbecue, una coppia di nostri amici apparecchia la tavola, alcuni vicini stanno piazzando sedie e ombrelloni a bordo piscina;
    
    solo, in un angolo senza fare niente, ad osservare tutto quel movimento, c’è mio cognato, un bel ragazzo molto più giovane di suo fratello. Rassicurata, torno ad occuparmi dei miei jeans: ho deciso che li taglierò a mo’ di shorts. Qualche colpo di forbice e, per testarne il risultato, me li infilo. “Porca vacca! Li ho fatti troppo corti!”. Mi fiondo davanti allo specchio, mi giro e mi rigiro e, maledizione, ...
    ... mi si vede fin sopra la piega fra il retro coscia e le natiche.
    
    “ Jane!!! Non trovo le birre! Ma le hai comprate?!!”. Riporca vacca! Me le sono dimenticate! “Vai subito al supermercato, prima che le finiscano. Sono al barbecue e non mi posso muovere o brucerà tutto!”.
    
    E ora? Sono praticamente mezza nuda, con questi pantaloncini striminziti e un top che mi copre a malapena stomaco e tette. “Non ci voglio andare da sola. Qualcuno mi accompagni!”, urlo da dentro casa, correndo qua e là per cercare qualcos’altro da mettermi addosso.
    
    In quel momento, entra Marc, mio cognato, che si offre di accompagnarmi con la sua jeep. “Sarà un piacere portarti in giro, ‘carrozzata’ così”. Non so se sbuffare o sorridere, visto l’effetto che ha avuto su di me quella frase. Decido allora di non mettere altro addosso, solo i sandali con la zeppa alta in corda. “ Belle gambe, che hai. A partire di fondo, chissà fin dove arrivano, e a quale sorpresa portano”.
    
    Saliamo in macchina e andiamo verso il supermercato. Mentre tengo a bada i capelli con una mano, quella di Marc si sposta dalla leva del cambio al mio ginocchio e rimane lì, come in attesa. Perché non gliela faccio togliere? Perché non gli chiedo che cosa sta cercando di fare? Perché mi sta dando dei brividi lungo la schiena, ecco perché. Perché mi piace quel tocco, e sì, perché vorrei che osasse di più. Come se avesse letto nei miei pensieri, inizia a farla scivolare più su fino ad arrivare a metà coscia. Non ci guardiamo e non ...
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