1. Figlia modello


    Data: 10/08/2019, Categorie: Incesti Autore: enea

    Ciao a tutti. Mi chiamo Lara e ho deciso finalmente di raccontarvi la mia storia.Tutto ebbe inizio quando sono venuta al mondo. Lo so, alla maggior parte di chi leggerà questa storia sembrerà che stia esagerando partendo da così lontano, ma credo sia necessario per capire bene la profondità dei miei sentimenti.Fin da quando sono stata messa alla luce il raporto con mio padre è stato davvero speciale. Se ne sono accorti tutti, amici e parenti, dello strabiliante effetto che quell'uomo aveva su di me. Mentre infatti tra le braccia di tutti o nella culla mi comportavo come un normale bebè che piange e urla per fame, sonno, stanchezza e quant'altro, quando mi mettevano tra le braccia di mio padre mi limitavo a muovere le braccia e a fissare il mio sguardo su di lui. Sembrava quasi che mio padre avesse il portere soprannaturale di farmi dimenticare tutto, di trasformarmi in un angioletto.Il passare del tempo non modificò la storia: durante la notte venivo messa nella culla accanto al lato del letto dove dormiva mio padre. Quando lui era a lavoro mia madre si sentiva così impotente di fronte al mio continuo urlare che in preda alla disperazione mi lasciava piangere in un'altra stanza per non dovermi sentire. La prima parola che dissi fu ovviamente papà, un po' come la maggior parte di tutti i bebè. Ma con il passare del tempo papà rimase la parola più ricorrente del mio vocabolario.C'è anche da dire che mio padre si è sempre comportato in modo premuroso con me, come un vero padre. ...
    ... Non mi ha mai fatto mancare nulla, soprattutto attenzione e amore. Che io ricordi non mi ha mai rimproverata o picchiata. Facevo la capricciosa e la monella solo con mia madre e solo quando mio padre era assente: capricciosa e dispettosa con tutti, soprattutto con mia madre, mi trasformavo in un angelo ubbidiente e silenzioso appena sentivo la presenza di mio padre. Lui sapeva come prendermi, mi parlava dolcemente anche quando la marachella che avevo combinato era grossa e riusciva a ottenere tutto da me. Ero ubbidiente e devota solo a lui. Provavo un amore così profondo, probabilmente incomparabile con quello che una figlia prova normalmente per il proprio genitore.All'età di otto anni avevo fatto capire chiaramente ai miei che giocattoli, bambole e cartoni animati per me non rappresentavano nulla: l'unica cosa di cui avevo bisogno realmente era la dolcezza, le coccole e le carezze del mio dolce paparino. Nemmeno il confronto all'asilo con i compagnetti aveva cambiato il mio atteggiamento. Senza la presenza di mio padre mi sentivo perduta e quelle otto ore al giorno che lui passava a lavoro per me erano ore di strazio e pianto.Ad un certo punto i miei provarono pure con lo psicologo. Tentativo vano visto che a parte i problemi dovuti alla mancata presenza di mio padre ero una bambina normalissima. Mia madre aveva ormai accettato la cosa se n'era fatta una ragione: evitava addirittura di litigare con me e di sgridarmi perchè sapeva che era inutile. Riusciva però a raggirarmi ...
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