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L'inizio
Data: 12/08/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kajira
... che ho provato più avanti, sicuramente niente. La prima sculacciata. Lo stupore nel sentire quelle mani forti, decise e sicure. Il calore che lascia dopo. Il bruciore che strepita nell'anima e ti accusa di essere una peccatrice. Una brava ragazza, non fa queste cose. Non tradisce, non prova emozioni forti, non si da così ad un uomo se non per amore. Non si butta via così.. Ma in quel momento. Dopo quella prima sculacciata sentivo di aver varcato la soglia del mondo delle meraviglie come la piccola Alice. Lì in quella macchina a carponi con uno sconosciuto a cui davo in mano la mia incolumità avevo cominciato un percorso anche se non ne ero ancora consapevole. Dopo qualche sculacciata tirasti fuori il gioco dei capezzoli. A vederlo sembrava innocquo. Due pinze con le estremità di gomma rosa unite da due fili che terminavano in un telecomando. Le pinze andarono sui miei capezzoli. Si regolavano con una vite. Fossi molto attento a non esagerare, ma era comunque la prima volta e feci fatica a resistere ma ti guardavo con aria di sfida. Ero seduta sulle tue gambe sul lato sinistro. Ci guardavamo negli occhi e tu azionasti il telecomando per far cominciare le pinze a vibrare. Chiedevi in continuazione cosa stessi provando. Era piuttosto fastidioso e premuroso allo stesso tempo. Non ricordo con precisione cosa provai. Volevo dimostrarti che ero una tosta e nel frattempo provavo quelle sensazioni nuove, mentre il pizzichio ai capezzoli era sempre più fastidioso. Mi chiedevo come ...
... mai non mi usassi per il tuo piacere. Come poteva essere possibile. Ti piacevo sicuramente. Avevo visto come mi guardavi. E allora perchè? Stavo impazzendo di voglia. Le mie labbra pulsavano sempre più forte, inoltre ero bagnatissima. Ma tu impassibile mi guardavi e basta mentre mi facevi sempre più male. Poi sentii le tue dita che mi esploravano dapprima accarezzandomi e poi rudi e violente, improvvise dentro di me. Mi facesti cenno di spostarci nei sedili posteriori. Tirasti fuori delle corde. Le sentii passare tra i miei polsi e fissarsi dietro di me in modo da tenere le braccia alzate. Avevo ancora le pinze attaccate ai capezzoli e tu assaporando tutto il mio fastidio e dolore le tirasti lentamente. Da quella borsa venne fuori un altro arnese; lo guardai incuriosita. Sembrava un microfono. Lo azionasti. Vibrava molto forte. Lo sentii leggermente appoggiato tra le mie cosce e scoppiai di piacere e stupore contemporaneamente. Quello strano attrezzo procurava orgasmi incredibili e istantanei. Mi abbassasti le mutandine e lo usasti ancora. Ripetutamente. Ad ogni orgasmo ti fermavi e mi sorridevi per poi ricominciare di nuovo. "Sei solo un'arrapata, ma non temere piccolina ti farò provare il vero piacere." Il tuo sguardo così beffardo e le tue mani che mi accarezzavano il viso mentre ancora provavo orgasmi a ripetizione mi fecero innervosire ma non potevo muovermi. Gli orgasmi cominciarono a diventare fastidiosi. L'ultima volta che li contai furono quattordici poi cominciai a ...