1. UNGIORNO CON ... IO


    Data: 26/10/2017, Categorie: Anale Gay / Bisex Sesso di Gruppo Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... di seno … anche lì i commenti si sprecavano.Metto il giaccone nero imbottito di piumino, la borsa a tracolla con dentro la borsetta del trucco e la busta col contenitore della colazione, quel giorno doveva puzzare particolarmente … avevo mangiato insalata col tonno.Scivolo fuori assieme all’onda di impiegati che straripa dal palazzo. Ad aspettarmi c’è solo la pioggia. Saluti frettolosi, qualche ciao, il coglione di turno ci prova:- Ciao cara … un passaggio? Un massaggio? Ah ah … – lascia con piacere che lo mandi affanculo, tanto già lo sa che finisce così.Attraverso i pochi isolati che mi separano dalla stazione degli autobus, resto sempre più sola e temo, come al solito di essere aggredita … il pericolo di poter passare un guaio per pochi euro è sempre in agguato nella grande città degradata.La mia solitudine viene compensata, pochi minuti dopo, da un vero bagno di folla … forse troppa.Infatti, siamo in tanti … gli ombrelli si incastrano, ci si spinge nella ressa, per cercare di prendere un posto.Impossibile.Ma non mi lamento … già è tanto trovare il mio bus, senza scioperi, guasti ,ammutinamenti o cortei improvvisati.Intorno luci, stridori, traffico bloccato: la pioggia rende la gente più insofferente del solito.Non vedevo l’ ora di tornare a casa … una settimana passata così è pesante, soprattutto se dura un mese intero … e poi un altro e poi i mesi diventano anni: tristi, monotoni, bui.Cerco il telefonino. Tento di mettere la cuffietta,i almeno vorrei sentire la radio … ...
    ... niente… è quasi scarico… ho dimenticato di caricarlo.In cuor mio spero che Dario, mio marito, non si incazzi scoprendo che, come al solito sono irraggiungibile.Non è geloso, ma non tollera il fatto che uso male il cellulare … nonostante l’ importanza di essere rintracciabile, avendo anche una bambina.- Cazzo non capisco – diceva – ma ti rendi conto che se mi capita qualcosa, non posso avvisarti? –Ma che ci posso fare?Proprio non riesco ad abituarmi ad usare il telefonino e lo dimentico completamente.Inutile cercare di leggere, il bus è talmente affollato che le mani non sono libere.Tra frenate e sobbalzi, riusciamo, alla meglio, a raggiungere l’ autostrada. Non saprò mai se il ragazzo dietro di me, cerca di tastarmi il culo o se quella durezza che sento dietro è il suo cazzo eccitato.Forse è l’ ombrello, penso. Sono troppo rassegnata e stanca per provare un’ emozione …Arrivo abbastanza tardi al capolinea, piove ancora… l’ ombrello si è rotto; è inservibile.Trovo, tra i fari, la macchina di Dario e mi ci infilo … quasi fradicia.Lui è un po’ sul “nero” … lo è sempre quando deve incrociare mia madre, infatti so che poco prima ha portato la bambina dalla nonna.Ci salutiamo con un bacetto freddo sulla guancia.- Come al solito … hai il cellulare come optional … potevo venirti a prendere … ma niente da fare! –- Sei matto? – rispondo accomodante e, soprattutto, stanca – col traffico che c’era al centro non ne uscivi più … –A casa mangiamo qualcosa …TV sempre squallida, invedibile: ...
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