L'uomo che guarda
Data: 15/08/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: joyxxx
Sono un uomo che guarda, un uomo che guarda i dettagli, le sfumature, le circostanze e cerca l’aspetto sensuale e cerebrale delle situazioni.
Vivo in quei centimetri che separano una gonna dal ginocchio, nell’arco sottile di una caviglia esibita, nella piega sbarazzina tra i capelli e il collo di una donna.
L’altro giorno ero in piscina a portare mio figlio a lezione di nuoto, e seduto sulle panchine a bordo vasca la mia fantasia e i miei occhi hanno iniziato a spaziare sulle mamme presenti, appoggiate sulla balaustra che delimitava il bordo della piscina.
Non so perché ma le madri mi sembrano donne di una sensualità superiore, quasi che essere riuscite a dare la vita le renda più appetibili ai miei occhi. Ventri caldi e pronti ad accogliere il seme che da la vita. Forse perché nella mia testa deviata la donna è un tempio e l’atto sessuale un rito religioso che la innalza ad essere superiore.
Tra queste madri una ha attirato la mia attenzione. Bionda a caschetto, con una maglia a balze di colore grigio e nero , la gonna di pelle corta e stivaloni di pelle nera col tacchetto sottile. Non proprio la mise della casalinga in ciabatte e infradito che spesso accompagna le virtù natatorie dei pargoli.
Sovra pensiero, tra i vapori e il calore umido che usciva dall’acqua mi sono alzato e mi sono messo vicino a lei. Il suo sguardo era perso verso l’acqua mentre il mio seguiva la curva del suo corpo, che partiva dal collo morbido sotto i capelli e proseguiva lungo ...
... la scollatura sulla schiena, fino al suo notevole posteriore emergente dalla gonna in pelle e sotto la sua balza il capolavoro, la pelle velata da una calza venti denari color carne, che esaltava la sua coscia soda e piantata sugli stivali dal tacco sottile.
Fingendo di incoraggiare mio figlio e approfittando degli spazi stretti ho fatto aderire leggermente la mia gamba alla sua coscia. Lei non si è spostata… e il calore della sua gamba attaccato ai miei jeans strappati me lo ha fatto indurire all’istante. Un’erezione piena, improvvisa di quelle che non si possono controllare.
Fingendo di rispondere al telefono mi sono girato verso di lei, non so perché ma quando siamo al telefono ci sentiamo meno timidi verso chi ci sta vicino e ci permettiamo anche di guardarli, di invadere il loro spazio personale, e così facendo mi sono voltato verso i suoi capelli fingendo di salutare un vecchio amico.
E così il profumo di balsamo dei suoi capelli mi è salito verso le narici, riportandomi un mare di ricordi e sensazioni. La mia mente si è catapultata a quando a 14 anni annusavo i capelli delle mie compagne nei bagni della scuola, quando nella nostra innocente ansia di scoprire i nostri corpi ci toccavamo e annusavamo nei primi irresistibili petting. Ricordo ancora quei voraci strusciamenti, i nostri organi acerbi che si cercavano vogliosi… quelle venute ingenue, quelle leccatine incerte, quelle scoperte fatte con il tatto e gli occhi…
Orami il mio sesso turgido mi stava ...