Trasformato in troia - confessione
Data: 18/08/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: shinigami83ge
(graditi commenti ...e suggerimenti)
Esco dalla caserma dei carabinieri ancora più turbato ed eccitato con in mano un foglietto a metà fra un biglietto per l’inferno e il paradiso. Il colonnello, che ho scoperto essere l’uomo con il pizzetto che mi ha stuprato la sera prima, mi ha ordinato di andare dal suo amico e chiedergli di farmi sfondare il culo.
Considerato che già il suo enorme cazzo mi ha già sverginato non posso non pensare che la parola “sfondare” sia la più azzeccata per indicare cosa mi sta per succedere.
Come se non bastasse, non solo è dotato del cazzo più grosso che abbia mai visto, ma è pure un energumeno come costituzione fisica, un armadio a due ante in grado si fottermi nella posizione che più lo aggrada.
Arrivo finalmente al citofono dell’indirizzo indicato sul foglietto, vorrei scappare, non voglio essere usato come una donna un’altra volta, non voglio provare di nuovo quel dolore lancinante mentre qualcosa di duro come il marmo si fa largo oltre la barriera del mio ano, ma la mia paura più grande è di sentirmi davvero come la troia che vogliono farmi diventare, a che pro poi, ancora lo devo scoprire.
Fisso il numero, devo suonare, ma non ci riesco, la parte gay che mi hanno fatto scoprire non è ancora pronta a vivere un altro rapporto anale, non con quel palo.
Passano alcuni minuti poi mi squilla il cellulare, un numero sconosciuto. Rispondo.
“allora troia, ti sei persa o stai pensando di disubbidire ad uno dei miei ...
... ordini?”
La voce del colonnello tuonava minacciosa dall’altra parte del telefono e la paura si è impadronita del mio corpo.
“ti ho detto che devi fare quello che ti dico o te ne pentirai, come vedi non è un problema trovare il tuo numero di telefono, non sarà un problema neppure scoprire dove lavori o meglio, dove vivi. Allora dove sei?”
“sono… sono arrivato davanti al portone” inizio a rispondere con il cuore in gola “non conosco bene la zona e mi è servito più tempo”
“bene, brava la mia troia, allora suona, che il mio amico ti aspetta”
E con quest’ultima sentenza di morte mi chiude il telefono in faccia.
Suono, mi viene aperto e salgo.
La porta è aperta, entro e subito si chiude alle mie spalle con l’omone lì pronto ad attendermi.
Calzini, boxer e canotta sono l’unica cosa che rivestono il suo corpo muscolo e massiccio, ma lo sguardo non può fare a meno di cadermi sulla pronunciata prominenza in mezzo alle gambe.
“era ora che arrivassi, non mi piace aspettare, allora, mi pare di capire che tu abbia una richiesta da farmi?”
Eccolo, inizia un altro gioco, non solo mi trovo costretto in quella situazione, ma devo pure umiliarmi e chiedere io di iniziare le danze.
“sì, ecco… io vorrei… vorrei che tu mi scopassi”
“tutto qui? Guarda che forse non ci siamo capiti, tu sei una troia assetata di cazzo, lo so io, e lo sai pure tu, quindi vedi di fare una richiesta che sia più convincente”
“allora ecco… ti prego, ho voglia di cazzo, sfondami con il tuo ...