1. “buonasera amore mio”


    Data: 19/08/2019, Categorie: Etero Autore: cploverit83

    Quella sera decise di legarmi i polsi dietro la schiena con la sua cintura di cuoio, che si era sfilato dai pantaloni che indossava.
    
    “Ma cosa cazzo sta facendo... dobbiamo andare a cena …"
    
    Schifoso maiale, gli piace trattarmi da puttanella.”
    
    Ero salita a casa sua prima di uscire insieme: serata tra amici, vestita così come ero andata al lavoro. Non ero neanche passata a casa per cambiarmi. Anzi, quando mi disse di salire, pensai
    
    “Il solito ritardatario, ma va bene lo stesso, così mi rinfresco un attimo”
    
    Appena entrai in casa, mi fece scivolare la borsa dalla spalla, la buttò per terra e mentre mi baciava con foga, infilandomi la lingua in bocca, mi tolse il giubbotto.
    
    Chiuse la porta alle spalle e mi spinse contro di essa, spostandomi le braccia dietro la schiena. Con le sue grandi mani riusciva a tenermi fermi i polsi senza problemi.
    
    “Sei un animale” pensai tra me e me, ma il suo modo così sfacciato mi eccita. A lui piace trattarmi da puttanella, a me piace sentirmi la sua puttana.
    
    Lasciai che facesse. Con una sola mano mi strinse i polsi dietro la schiena. Mi prese per i capelli con l'altra e mi portò al vicino divano e mi buttò a pancia sotto.
    
    Mi stava proprio trattando da sua puttana. Non aveva neanche detto una parola. Mi voleva scopare. Erano 3 giorni che non ci vedevamo.
    
    Ed io avevo voglia di lui e di sentirmelo dentro.
    
    Mi sfilò le calze da sotto la gonna... tirandomele poco sotto le ginocchia. Le mutandine di cotone bianche, dalla ...
    ... foga, coprivano a mala pena il mio sedere.
    
    Non avevo biancheria intima speciale per lui. La mattina mi ero preparata per andare a lavorare e non era prevista la cena, tantomeno era ipotizzato vedersi. Ma a lui piacciono le mutandine bianche di cotone. E' un feticista della collegiale maialina e neanche lo avessi fatto apposta, lui mi stava per scopare proprio come piace a lui. Inoltre avevo una gonnellina scozzese poco sopra il ginocchio.
    
    Ero fottuta. Senza volerlo, ero diventata la sua collegiale da violentare e possedere.
    
    Avevo la faccia immersa tra i cuscini del divano e tenendomi le mani serrate con una mano, non riuscivo a vedere cosa stesse facendo. Un attimo di silenzio, poi sentii un suo dito che afferrava il bordo delle mutandine per tirarle più giù e scoprire il mio sedere.
    
    Ancora silenzio. Lo conosco. Sta guardando il mio culo. Lo conosco, sta godendo della vista dei miei glutei.
    
    “Vuoi la guerra? Allora avrai la guerra” pensai.
    
    Conoscendo i suoi tempi e i suoi silenzi, inarcai la schiena. Le mutandine oramai erano scese. Inarcando avrei mostrato alla sua vista la mia vulva.
    
    E così feci. E lui se ne accorse, tanto che appoggiò il palmo della mano libera su un mio gluteo, per allargarmi il culetto e vedere meglio i miei due pertugi.
    
    Inutile dire che ero già un lago. Quel porco maledetto ha la capacità di eccitarmi come mai nessuno è riuscito.
    
    Ancora silenzio. Non riconobbi questo suo nuovo silenzio. Cercai di ruotare la mia testa per cercare di ...
«123»