1. Anche le mamme hanno il diritto di venire


    Data: 21/08/2019, Categorie: Anale Maturo Autore: iincest, Fonte: xHamster

    ... smisurati. La sua voce, prima esitante, un po’ tremante, ora era come affannata, ruffiana, sfrontatamente porca. Era chiaro che mia madre fingeva di non capire la differenza anatomica e funzionale, proprio perché comprendeva ed estimava l’immensa differenza fra le due cose, una differenza che voleva provare sulla sua pelle. Allora le apersi le chiappe, fino a farle male. pensai fra me e me. Le introdussi una clava smisurata per l’eccitazione nello stretto pertugio del retto, sodomizzandola al primo colpo. Percorsi tutto il tratto, arrivandole fino in fondo al canale, stuzzicato dalla mucosa, entrando nel suo tiepido corpo di donna e di giovane madre infoiata attraverso l’ingresso meno nobile e puro, attraverso il suo pertugio segreto e proibito, difficilmente accessibile e per questo lubricamente sognato, provando un gusto fortemente perverso. Lei non urlò: segno che stava godendo, o forse era svenuta. Ma non provai pietà per lei. Continuai a penetrarla con tremende bordate; le presi la testa fra le mani e la girai verso di me; lei mi fissò, piangeva, ma riuscì ugualmente a sussurrare: “E’ bello anche così, continua, squarciami fino in fondo”. Allora feci penetrare una mano fra le sue gambe e le afferrai il clitoride gonfio di tutta la sua abnorme eccitazione, che lei ormai non poteva più nascondere, ma che, al contrario, adesso mostrava senza pudore alcuno. La masturbai fino a farla venire, urlare, piangere di gioia, fino a riempirmi le mani del suo brodo denso e colloso. ...
    ... Il suo ventre era scosso da mille orgasmi, che si concludevano con mille raffiche di liquido vaginale e spasimi fra i meandri cerebrali; anche le reni, la schiena e i muscoli interni delle cosce si contraevano con lo stesso ritmo. La profanai attraverso tutti i buchi; non ci stancavamo mai. La mia dolce e appetitosa nutrice, una volta gettata la maschera, non ebbe più nessun pudore a mostrare la sua libidine senza freni e il suo bisogno di sesso mai appagato. Urlò come un cane ferito mentre sborrava in modo convulso, sfogandosi egoisticamente e senza sensi di colpa nel suo ultimo orgasmo. Quel giorno tutto finì lì, ma la nostra intesa proseguì. Dal momento che mio padre, un po’ per il lavoro, che lo costringeva spesso ad allontanarsi da casa, un po’ per il fatto che aveva intensificato le sue frequentazioni del centro dei lavoratori credenti, avemmo molte altre occasioni per fare liberamente l’amore, godendo senza vergogna l’uno dell’altra. Anzi, un giorno, mia madre, non bastandole più la minestra riscaldata, decise di rendere più intrigante la nostra intesa, già molto immorale così (per aver cornificato mio padre e per l’i****to), con la presenza di una terza persona, di sesso femminile, ovvero la nostra vicina di casa, un’insegnante, colta e intelligente, ma in preda alla ‘passione della menopausa’ (un buco nero nel cervello): donna dalle forme giunoniche, la quale mi concesse volentieri le sue grazie (le concesse anche a mia madre; poi, però, a sua volta la sottomise in ...