1. Il portiere


    Data: 22/08/2019, Categorie: Tradimenti Autore: rasss

    La mia compagna è un gran pezzo di figa, di quelle che quando torni a casa dopo averla incontrata ti ci fai su una bella sega immaginandola a pecora che lo prende in figa e nel culo o che ti fa un pompino con ingoio.
    
    Alta, bruna, abbronzata, due tette grosse e sode, culo a mandolino. Sempre vestita con classe e con tacco alto.
    
    Io dopo tre anni, ancora non riesco a incontrare una donna più bella di lei.
    
    Sono molto geloso, ma con questo sentimento ho dovuto imparare a conviverci presto visto che dovunque andiamo gli uomini la scopano con gli occhi e anche per il fatto che sono spesso via per lavoro.
    
    Durante le mie paranoie dovute alla gelosia, lei ha ribadito di essere fedele e che avendo scelto me come compagno di vita non avevo nulla da temere.
    
    Tecla – così si chiama – da qualche mese mi ha chiesto di aiutarla a mettere a posto la cantina del nostro appartamento, invasa da cose accatastate alla rinfusa. Vorrebbe istallarci un mobile per riporre le sue innumerevoli calzature e delle scaffalature per il cambio di stagione.
    
    Più di una volta le ho promesso che avrei messo ordine, ma per via del lavoro – che come dicevo spesso mi tiene lontano da casa – non ho potuto mantenere la parola data, con conseguente rabbia di lei.
    
    Un giorno, rientrando in casa, mi informò di aver chiesto a quel viscidone del nostro portiere di darle una mano e che quest’ultimo aveva accettato volentieri.
    
    Ho subito manifestato la mia rimostranza al fatto che il portiere la ...
    ... aiutasse. Infatti, il tizio, Salvatore, sulla cinquantina, peloso e con un addome prominente, conclamato puttaniere, non ha mai nascosto gli sguardi lanciati al culo di mia moglie. Anche in mia presenza non si è fatto problemi e, in qualche, occasione, dopo averla letteralmente “radiografata” mi ha persino lanciato occhiate di complicità.
    
    Saperli nel locale cantine del condominio, soli, con quel testa di cazzo che le avrebbe certamente piantato gli occhi sul culo non mi faceva per niente impazzire.
    
    Ad ogni modo, Tecla, che è caparbia come un mulo, se ne infischiò delle mie lamentele, comunicandomi che avrebbero riordinato la successiva settimana, durante la quale io sarei stato fuori per lavoro.
    
    A malincuore, mi sono pertanto rassegnato all’idea.
    
    Partendo per la mia missione, passai da Salvatore per dirgli di essere cortese con la mia signora e di tenere le mani a posto. Mi guardò con un sorriso beffardo e mi disse di non preoccuparmi, ché avrebbe fatto solo quello che Tecla gli avrebbe chiesto.
    
    Il suo tono ambiguo non mi rassicurò affatto, ma forte della dichiarata fedeltà di Tecla e del fatto che non avrebbe mai ceduto alle avances di quel panzone viscido con l’alito avvinazzato e puzzolente di sigaro, partii.
    
    Durante le telefonate serali, Tecla mi rassicurava che tutto procedeva per il meglio e che Salvatore era stato sempre cordiale con lei.
    
    Il giovedì pomeriggio, avendo terminato il lavoro prima del previsto, decisi di tornare immediatamente a casa per dare ...
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