Il portiere
Data: 22/08/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: rasss
... una mano a Tecla, pensando che sarebbe stata felice dell’aiuto che tante volte le avevo promesso senza aver poi mantenuto la mia parola.
Arrivato in serata, non trovai Tecla in casa. In compenso era tutto un gran disordine. Sul divano c’erano diversi vestitini e perizomi di lei accatastati alla rinfusa, scarpe tutte intorno.
Qualcosa non tornava. La chiamai, ma non ebbi risposta. Feci il giro delle stanze, ma lei non c’era.
Un terribile presentimento mi fece venire un nodo in gola.
Tornai al divano e, d’istinto, presi i suoi indumenti e li annusai. Erano intrisi di un odore acre di urina e al tatto, in alcuni punti, erano macchiati e secchi.
Come un fulmine, mi precipitai nel locale cantine.
In fondo al corridoio si vedeva una luce fioca, la porta della nostra cantina era socchiusa. La aprii di scatto.
Fu come un pugno nello stomaco.
Lui era disteso sulla schiena, con i piedi verso la porta. Lei, a cavalcioni su di lui, impugnava il suo cazzo (sorprendentemente enorme) come un bastone, e con gli occhi chiusi lo faceva scomparire nella sua bocca. Lui le teneva le mani sul culo e con un dito le penetrava l’ano roseo e dilatato.
Ogni tanto, con il braccio mandava indietro i suoi lunghi capelli e potevo vedere il cazzo di lui lucido della sua saliva
Gemeva la puttana. Era evidente che lui le stesse leccando la figa.
Neppure si era spogliata. Il vestitino che aveva era raccolto intorno alla vita. Tette e culo erano scoperti.
Quanta voglia di ...
... cazzo doveva avere se neppure aveva avuto il tempo di spogliarsi prima di saltare addosso a quel porco di mezza età.
Erano talmente presi che neppure si accorsero della mia presenza. Io non riuscivo a proferire parola.
Dopo che lui le ebbe riversato, mentre ansimava e grugniva, la sua sborra in bocca, lei ebbe un orgasmo.
Fremendo di piacere inarcò la schiena e si staccò dal suo cazzo. Ansimava e aveva la sborra che le colava dalla bocca. Con gli occhi ancora chiusi la raccolse con un dito che poi leccò oscenamente, mentre con il bacino si dimenava sulla bocca di lui. La figa completamente aperta e depilata glie l’avvolgeva quasi del tutto. Lui aveva rigagnoli del suo succo sulle guance.
Poi lei aprì gli occhi accorgendosi che ero lì.
Mi sarei aspettato che trasalisse e invece, con una incredibile naturalezza, mi sorrise e disse, quasi biascicando: “Salvo, amore, abbiamo un ospite, per oggi basta così”.
Lui si alzò con il cazzo ancora in tiro, e mi guardò dritto negli occhi e mi disse: “spero di essere stato utile alla signora, qui sotto era pieno di ragnatele … Quando vuole sono a disposizione”.
La rabbia mi fece sobbalzare nel letto e mi svegliai.
Era stato un sogno, ma avevo il cazzo duro.
Mi segai, eccitato, ma tranquillizzato che il tutto era stato frutto della mia immaginazione.
Tornato a casa, andai in cantina. Tutto era in ordine, se non fosse stato per un vestitino di Tecla ammucchiato dietro un scatolone schiacciato come se qualcuno ci si ...