1. Sesso...con i fiori.


    Data: 25/08/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: 4occhi

    ... collo, delle orecchie.
    
    Fronde di salice la sfioravano ovunque, ciondoli di robinie vellutati si sfregavano sull’interno delle cosce fino a quasi l’intimità che si apriva eccitata a chiedere di più.
    
    Una pesca polposa si infilò nella sua bocca per sciogliersi tra i suoi denti e sulla sua lingua, non finiva mai ed era favoloso e buono sentirla morbida e scivolosa, ne gustava il sapore dolce e la consistenza fisica.
    
    Tanti fiorellini di campo colorati si aprivano sbocciando sulla sua pelle e sembravano darle tanti baci.
    
    Un tulipano rosso fuoco, pieno e chiuso, con la sua pienezza si immerse nella sua intimità, prima un poco per farla abituare alla sua presenza e poi entrò tutto facendola sentire piena e viva.
    
    Si rilassò ad accoglierlo tutto, lo sentiva muoversi sulle sue pareti e darle un piacere immenso.
    
    Fragole. Un gruppo di fragole si diressero verso il suo ano e spiaccicandosi contro, prima una e poi un’altra ancora e così via, lo aprirono dolcemente senza procurarle dolore ed entrarono riempendola.
    
    Si muovevano frullandosi tra di loro, diventando poltiglia calda e sensuale, con quei semini a stuzzicarla e a farla godere.
    
    Era piena ovunque e tutto intorno a se vedeva una marea di colori circondarla. Era al centro di questa nuvola del piacere ma non sapeva come ricambiare.
    
    Non si pose il problema e si lasciò andare fino allo spasmo più primordiale, dove tutto questo piacere si trasformò in un urlo di godimento totale.
    
    Una energia, una scossa ...
    ... elettrica si propagò come le onde nell’acqua.
    
    Il suo corpo produsse una pioggia cristallina a nutrire, a dissetare tutta quella natura che aveva accanto.
    
    Il suo piacere aveva restituito ai fiori un ristoro, era quello il suo dono.
    
    Lo capì dalla sensazione di sollievo che le si diffuse intorno, aveva ricevuto e aveva dato.
    
    Fili d’erba, sassi coperti da licheni, un funghetto.
    
    Questo quello che vide di colpo davanti a se che si ritrovò sdraiata a terra, su un fianco.
    
    Sbattè gli occhi, non capiva dove era e cosa era successo.
    
    Si tirò su a sedere e si guardò in giro. La faggeta.
    
    Si girò a cercare l’albero ma di lui nessuna traccia.
    
    Si toccò per accertarsi di stare bene e in effetti si sentiva come se l’avessero toccata mille mani.
    
    Si sentiva calda e umida tra le gambe, piacevolmente usata.
    
    Una lieve brezza le accarezzava il volto. Il sole iniziava a calare e faceva più fresco, ma quanto tempo era stata in quel bosco? Forse si era addormentata.
    
    Non aveva nemmeno raggiunto la cima.
    
    Si alzò decisa a tornare alla macchina e rientrare, si piegò a prendere lo zainetto accanto a sé quando vide appoggiato sullo stesso, un fiore.
    
    Lo prese e lo guardò: l’anemone fegatella, l’erba trinità.
    
    Un bellissimo fiore violetto le cui foglie trilobate nel Medioevo rappresentavano il dogma cristiano relativo alla natura di Dio. Sorrise.
    
    Quel giorno sarebbe rimasto un mistero per lei e mai l’avrebbe raccontato ad anima viva, l’avrebbero presa per pazza e con ...