1. 109 - Loretta e lo stupro di gruppo


    Data: 29/08/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Il mio nome è Loretta, ho 28 anni, sono la più piccola di tre fratelli, oltre a me dunque, un maschio di trent'anni e una femmina di trentadue, tutti e tre ancora oggi, abitiamo con i nostri genitori. Mio fratello aveva ottenuto la laurea da medico dentista e assieme a mia sorella, che gli faceva da assistente, con l'aiuto finanziario dei nostri genitori, aprirono un ambulatorio sullo stesso pianerottolo a fianco della porta della nostra abitazione. Ora però vorrei raccontarvi ciò che mi successe quando avevo compiuto da poco i diciotto anni. Sono sempre stata e lo sono ancora oggi, molto ammirata dagli uomini che spesso, sia in ufficio, sia per la strada, mi rivolgono complimenti che a volte sono anche abbastanza pesanti. Probabilmente tutto è dovuto alla mia prestanza fisica, al mio seno abbondante, alle mie forme proporzionate e ben distribuite su un corpo armonioso e invitante. Ho anche un bel sederino che evidenzio con jeans attillati come se fossero una seconda pelle. Torniamo a quella volta in cui successe qualcosa che al momento mi parve quasi drammatico ma che poi riuscii a metabolizzare molto bene e a godermene i frutti.Erano le diciotto di pomeriggio e tornavo da casa di una mia amica. Il garage dei miei genitori era a circa duecento metri da casa mia e io, dopo aver parcheggiato lo scooter, assorta nei miei pensieri stavo camminando verso casa. A circa cinquanta metri da casa, mi accorsi di non aver posato il casco che distrattamente mi era rimasto in mano, ...
    ... pensai di tornare indietro per andarlo a sistemare nel box ma poi la pigrizia ebbe il sopravvento e decisi così di portarmelo a casa. Attraversai la strada e iniziai a rasentare il muro del mio palazzo, quando mi si fecero incontro due ragazzini, sui diciotto, diciannove anni. All�improvviso essi mi si pararono davanti e uno di loro mi spinse a forza contro il muro. L�altro indietreggiò quasi in mezzo alla strada e si dispose in maniera da poter osservare se arrivasse qualcuno. Il tipo che mi aveva spinto invece, agitava vicinissimo al mio viso un coltellino affilato e con estrema prepotenza mi disse che se non gli davo dei soldi il mio visino avrebbe subito qualche spiacevole cambiamento.Io lo guardai con uno sguardo comatoso, senza esprimere nessun stato d�animo, poi di scatto feci partire il mio braccio destro dal basso verso l�alto, colpendolo con il casco in piena faccia; fu una botta tremenda, il ragazzo cadde a terra e inizio a mugolare per il forte dolore, piangeva e si teneva le mani sul viso.L�altro si girò di scatto, vide la scena e si precipitò verso di me, io l�attendevo con fare minaccioso agitando il casco. Lui si fermò titubante, poi scelse di aiutare l�amico a rialzarsi e assieme se la diedero a gambe.Io ancora con l�adrenalina che mi scorreva nelle vene, con ancora le gambe tremanti, respirando profondamente cercai di abbassare l�affannoso respiro ed entrai rapidamente dentro al portone di casa mia, lo richiusi e mi fermai qualche secondo addossandomi con la ...
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