Riorganizzazione del processo produttivo - parte ii
Data: 30/08/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: ClaudiaSimontacchi
Per tutta la riunione cerco di spiegare il mio progetto e ribadisco più volte la centralità del mio ruolo: “ Io sono il vostro capo è pretendo rispetto e obbedienza”. Nicola è vistosamente nervoso e non perde occasione per banalizzare ogni cosa che dico, ignoro i suoi commenti ma vorrei schiaffeggiarlo ogni volta che apre bocca, quel sorrisetto strafottente non lo tollero più, il suo atteggiamento dovrà cambiare, “SUBITO”.
Congedo tutti rimandandoli al lavoro e ringraziandoli per l’attenzione. Escono tutti ma mentre recupero dalla scrivania le mie slide illustrate poco prima, mi sento afferrare i seni: Nicola sta stringendo le mie grosse tette che scivolano subito fuori dall’esiguo reggiseno che porto. Sento le sue mani calde e nodose stringerle, e una sua gamba infilarsi da dietro tra me mie cosce. Il suo corpo e caldo e duro; stringendomi mi sussurra “ Sei una puledra autoritaria, ma ti piegherai“. Io mi irrigidisco, la sua voce e calda e sensuale ma con una mano mi sta tirando i capelli all’indietro e mi fa male, ma fortunatamente si stacca subito con un movimento violento i che fa sobbalzare le mie mammelle. Mi giro per gridargli in faccia “Non ti azzardare mai più”, ma lui si è già dileguato. Non provo neanche a rincorrerlo, mi siedo stizzita su una sedia per riordinare le idee, e capire che atteggiamento adottare in futuro; senza ragionar troppo mi tolgo il camice e con un andatura nervosa lo raggiungo alla sua postazione di lavoro, il rumore delle macchine è ...
... assordante, mi avvicino al suo orecchio premendo i miei seni sul suo braccio “Ti devo parlare assolutamente dopo le 17:00 non andare a casa, e raggiungermi nel mio ufficio”; che poi non è un vero e proprio ufficio ma è un buco senza finestre dove mi permettono di lasciare le mie cose per non entrare negli spogliatoi degli operai, che in questa azienda sono tutti maschi.
Sento su di me il suo sguardo, e lo sguardo di tutti, mentre sul mio tacco 12, rosso laccato, mi allontano sculettando.
Torno nel mio ufficietto, in ansia sul cosa dirgli, poi decido che lascerò fare al mio istinto, sono già le 16:00 e non ho molto tempo. Mi pettino e raccolgo i capelli fermandoli con delle forcine, mi sistemo il trucco scurendolo: sostituisco l’ombretto rosa con il più aggressivo ombretto viola, scurisco il rosso del rossetto e le virgole degli zigomi, con il rimmel do corpo alle ciglia; infine abbottono la camicetta e indosso i miei occhiali rossi - ore 16:59, Nicola bussa alla porta - lo lascio entrare, mi guarda stupito per nuovo look, ma il suo sorriso irritante non lo abbandona mai, allora mi avvicino a lui e gli assesto uno schiaffo vitreo, e subito dopo un altro, stiamo fermi guardarci per un attimo, il mio sguardo di sfida e i suoi occhi blu, ora rossi di rabbia, si affrontano. Sento che vorrebbe restituirmi lo schiaffo, ma si sta controllando, approfitto di questa sua indecisione per spingerlo contro il muro vicino alla porta, gli afferro con una mano i testicoli, stringendoli ...