1. Ricordi adolescenziali (1)


    Data: 30/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: neriandrea28, Fonte: Annunci69

    - Che dici se te lo metto un po' in culo?
    
    Era questo il modo spicciativo con cui il mio amico Sergio mi chiedeva di soddisfarlo. Eravamo coetanei, quattordicenni o giù di lì. Io passavo le estati nella grande villa che i miei avevano in campagna e lui, figlio dei custodi, era il mio compagno di giochi fin da quando eravamo piccolissimi, in pratica passavamo tutto il giorno insieme. Giocavamo a ping pong, facevamo giri in bicicletta, andavamo a pescare e a farci il bagno nel fiume che scorreva lungo la nostra proprietà, e molte altre cose, ma sempre insieme.
    
    Quando mi faceva quella richiesta io mi prestavo subito, dissimulando l'eccitazione che ne provavo.
    
    In genere lo facevamo nella boscaglia che contornava il fiume, dove andavamo a fare il bagno. Era un posto ben riparato, non c'era mai nessuno. Mi toglievo il costume e mi stendevo a faccia in giù sull'asciugamano, aprendomi le natiche con le mani per facilitargli il compito. Lui si inumidiva il pisello (come lo chiamavamo noi allora) con un po' di saliva, poi si stendeva su di me e lo puntava sul mio buchino. Il suo pisello non era molto grosso, ma abbastanza lungo e sottile, duro, normale per l'età direi, ma all'inizio il dolore della penetrazione era lancinante e io mi divincolavo per farlo uscire. Al secondo tentativo il dolore scemava e lui pian piano riusciva a infilarmelo dentro un bel po', poi cominciava a muoversi avanti e indietro; il dolore passava sostituito da un leggero fastidio. Ma oltre al fastidio ...
    ... quel corpo duro e caldo dentro di me mi dava anche qualche brivido di leggero piacere. Durava poco, perché a quell'età non ci vuole molto ad arrivare al piacere.
    
    Pochi movimenti e poi gli spruzzi caldi di sperma che sentivo dentro di me mi segnalavano la fine, proprio quando il mio sfintere si era ormai arreso all'intrusione e il fastidio era stato ormai sostituito da sensazioni sempre più piacevoli; inevitabilmente frustrato dalla sensazione di vuoto che provavo sentendo il suo pisello ammosciato scivolare fuori. Ma non avrei mai avuto il coraggio di manifestargli la mia delusione, perché sarebbe equivalso ad ammettere che prenderlo in culo mi piaceva. E le cose tra noi erano invece ammantate da un velo di ipocrisia, i nostri ruoli si erano definiti e stabilizzati, in modo tacito, senza nessun discorso esplicito: io il passivo e lui l'attivo, come si direbbe oggi.
    
    In questi incontri io non arrivavo mai al piacere perciò dopo, appena possibile, mi chiudevo in bagno e mi masturbavo ripensando alle sensazioni provate mentre Sergio mi inculava, cosa che mi faceva eiaculare rapidamente. Dopo, sbollita l'eccitazione, subentrava la vergogna per quello che mi facevo fare da Sergio. Non lo farò mai più, pensavo, non voglio diventare frocio. Temevo che a furia di prenderlo dietro la mia virilità sarebbe definitivamente venuta meno. Ma questi propositi duravano poco e non vedevo l'ora che lui mi inculasse di nuovo. Cosa che avveniva regolarmente.
    
    La cosa era cominciata l'estate ...
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