1. Claudio e k


    Data: 01/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Holling

    ... che mi apriva, che si impadroniva di me, che mi possedeva. Mi piaceva quel duro, che io facevo entrare nel mio corpo. Mi piaceva sentirlo mugolare quando veniva. E avevo l’impressione di avvertire il calore del liquido che schizzava nella mia pancia.
    
    Eppure, fu con K che fui veramente rapito da un piacere sconosciuto, e mai più ripetuto. Era più inesperto di me, credo che una vera e propria penetrazione non l’avesse mai provata, né attiva né passiva. E quel giorno si stese sulla mia schiena.
    
    Io avevo preso le chiavi della roulotte dei miei, parcheggiata in uno spiazzo fuori città. Pioveva, era sera, f aceva caldo. Per la prima volta potevamo muoverci senza fretta, senza ansie, godendoci ogni momento. E soprattutto usando un vero letto. Io cominciai a spogliarlo: volevo vedere la sua carnagione bianca, da adolescente. E lui spogliava me.
    
    Quando ci sfilammo nello stesso momento gli slip, io il suo e lui il mio, restammo un po’ come sospesi, come incerti. Ci guardavamo le erezioni, ed io carezzai la sua, bagnandomi le labbra improvvisamente aride.
    
    K sedette sul bordo del letto, ed io accanto a lui. Premendo lievemente sulle mie spalle, mi fece stendere. Lui rimase seduto, e cominciò una lenta carezza sul petto, sulla pancia, sull’inguine, sull’erezione, sulle cosce. Poi, con l’altra mano, sulle guance. Passò le dite sulle mie labbra, socchiudendole appena. Io sporsi la lingua, cercandogli i polpastrelli.
    
    Mi face girare, a pancia sotto. Si mise a cavalcioni del ...
    ... mio sedere, aprì una scatoletta di nivea (se l’era portata da casa, dopo il mio racconto dell’estate col figlio dell’albergatore) ne prese un po’ col dito, e la spalmò sul mio buco. Massaggiò lì, a lungo, e io mi aprivo, mi aprivo... Poi si stese sul mio corpo, restando immobile. Era la prima volta che lo facevamo completamente nudi. Non dimenticherò mai la sensazione della sua carne che copriva completamente la mia. Sentivo il suo petto sulla mia schiena, le sue gambe sul dietro delle mie cosce, i piedi che toccavano i piedi. Le sua guancia sulla mia nuca. Mossi la testa, e le guance si toccarono. La sua lingua entrò nel mio orecchio, facendomi fremere. Per un momento desiderai essere baciato. Chiusi gli occhi.
    
    E sentii la sua erezione che premeva sulle mie chiappe tenere, morbide: cercando. Sentii che muoveva impercettibilmente l’inguine, fino a sistemare l’erezione lì in mezzo. Poi inserì una mano tra i nostri corpi, si prese l’uccello, inarcò leggermente il corpo, me lo puntò. Anch’io misi una mano, per sistemare meglio la testa sul buco, e così facendo sfiorai la sua mano. Ebbi un brivido.
    
    Ero pronto a riceverlo. E lui mi entrò. Piano, scivolando per la crema e approfittando della mia dilatazione. Lento, un po’ più a fondo. Appena appena, ancora un po’. Finché di nuovo i nostri corpi aderirono perfettamente.
    
    Lo avevo dentro di me. Era mio.
    
    Poi accadde quello che non è mai più accaduto nella mia vita: mentre il ragazzo dell’estate lo sfilava e poi lo spingeva di ...