1. Quando Sarà si offrì a me


    Data: 04/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Sta

    ... temevo di venire da un momento all'altro. Faci un respiro profondo, guardando i suoi capelli sulla schiena, mi calmai un po' e proseguii più in profondità. Le sue labbra erano socchiuse, la testa voltata di lato mi permetteva di vedere che mi guardava e nel godere gemeva e mugolava. Allora decisi di darglielo tutto: arrivai fino in fondo, e stupendomi la sentii dire in un sospiro: "finalmente...". Sì, finalmente era la parola che vorticava dentro la mia testa: finalmente avevo fatto quello che dentro di me tanto desideravo. Mi ero unito a lei, così vicini che ora i miei testicoli toccavano i suoi, così delicati e lisci; negli affondi che davo si accarezzavano e scontravano, ed io ero finalmente libero. Il pene di Sara pendeva al bordo del tavolo, premendo i suoi testicoli verso di me. Desideravo assolutamente darle più piacere possibile, così lo presi tra le mani, e continuando a far l'amore col suo sedere lo accarezzavo. Non voglio nascondermi: lo stavo mungendo, volevo che scendesse il suo nettare. E così fu. Si mise una mano sulla bocca per frenare i gemiti fortissimi dell'orgasmo, e sentii i fiotti di sperma percorrere il suo pene e scrosciare a terra, vicino ai miei piedi. Allora prese le mie mani con le sue, e le portò verso il suo petto, facendomi stendere sopra di lei. Il mio volto era vicino alla sua nuca, e la baciavo dietro le orecchie. In quel caldo, completo ...
    ... abbraccio mi sussurrò: "ti prego, fammi diventare veramente una ragazza". Io ero pazzo di lei, del suo profumo, del suo corpo. Chiesi: "come?" "Fai l'amore con me. Abbracciami, e poi riempimi. Vieni Luca, vieni tesoro. Ho bisogno di te, ho bisogno di questo. Non apettare ancora, ti prego: vieni". Sentii come da lontano i miei gemiti, prima forti, poi commossi, mentre venivo copiosamente dentro di lei. Non so quanto durò, mi sembrò tantissimo, e poi rimasi, sfinito e libero, sopra di lei. Non ricordo quando si alzò per andare in bagno. Io rimasi lì steso sul tavolo per un po'. Il giorno dopo, al mio risveglio, avrei trovato Sara oppure il mio solito coinquilino timido e gentile? L'incantesimo si sarebbe rotto? Ed io cosa desideravo? Caddi per un po' come assopito. Poi mi alzai, e ricomponendomi andai a tirare le tende della porta a vetri: che sciocco, non mi ero accorto fosse aperta. Abbiamo rischiato di farci vedere. Fuori era ormai buio, mentre io ero illuminato dalla luce che entrava dal corridoio. Prendendo la tenda la stavo per scostare, quando seguii con lo sguardo degli uccellini che si alzarono da terra per poi fluttuare nell'aria. Seguendoli misi a fuoco la finestra della casa di fronte, e rimasi di stucco. Una donna, una nostra vicina, guardava verso di me, in piedi, ferma. Quando si rese conto che l'avevo vista tirò di botto la tenda. Da quanto tempo ci guardava? 
«12»