1. Fiaba dell'amore nero (fine)


    Data: 07/09/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Cassandra, Fonte: EroticiRacconti

    Lei smise di girovagare nel bosco dei ricordi. Lui era stato molte cose. Come dimenticare i baci appassionati, le dolci carezze, gli abbracci rassicuranti, la magia dei loro momenti? A volte lei sentiva ancora le sue labbra sui suoi seni, la sua lingua che coccolava i turgidi capezzoli. Spesso in quelle occasioni lei sedeva a gambe spalancate su di lui e lo cavalcava, dominandolo completamente. In altre occasioni, era lui a posizionarsi su di lei e a penetrarla dopo aver bagnato la sua vagina con la lingua e le dita. E come dimenticare tutto il resto? Come cancellare tutte le volte in cui era stata vittima di una subdola manipolazione mentale che solo a doverla raccontare si fatica a trovare le parole. La violenza fisica è più netta, visibile, tangibile. A volte, però, le due forme si intrecciano. Perché si fatica così tanto a dire “Basta!?” Quante volte se l’era chiesto? Alla fine dell’incubo, era seguito un lungo inesorabile processo che vedeva come imputata, pubblico ministero, difesa e giudice proprio lei. Perché non lo aveva lasciato quella sera? Lei non aveva voglia di uscire, quella sera, ma lui detestava sentirsi dire di no. Le aveva afferrato il braccio. Lei, spaventata, aveva serrato gli occhi. Cosa era successo? Lei non ne aveva parlato con nessuno, non voleva ricordare di aver girato su se stessa, ma il livido che le restò per giorni lo denunciava impietosamente. Lui quella sera andò via e lei decise che avrebbe affrontato la cosa da sola, senza coinvolgere ...
    ... nessun altro. Lo avrebbe lasciato, si disse. "Ebbene perché non lo aveva fatto?" Così l’accusa le puntava il dito contro. "Chi è causa del suo male pianga se stessa!" La difesa provava a giustificarla: "Lui le ha chiesto perdono e lei gli ha dato un’altra possibilità." Lei si era impietosita: le sue lacrime, i suoi spergiuri, le sue promesse. Lui si disse mortificato, così tanto da voler scomparire dalla faccia della terra. Lei non ce l’aveva fatta e lo aveva perdonato, dandogli la prima tra le migliaia di seconde possibilità. E’ un dejà vu, è quello che succede sempre. E’ l’errore più grande che una vittima commette. Lei... Di errori ne commise tanti e mostrò tutta la sua vulnerabilità. Lui si rese conto di quanto lei fosse ricattabile e sebbene mantenne la promessa e non le usò più violenza fisica, continuò a manipolarla con la dolcezza e le buone maniere. Se contraddetto, fingeva di accettare il parere contrario ma alla prima occasione se ne vendicava. Frequenti erano gli scatti d'ira, gli sportelli dell’auto sbattuti, la gelosia furibonda e ingiustificata. E poi le lacrime, gli spergiuri, il ricatto. E le lunghe e frequenti telefonate, che finivano per condizionarle la vita e scandire le sue giornate. Le persone che ti volevano bene, ti dicevano che quelle telefonate erano studiate per controllarti. Perché non hai ascoltato? Incalzava l’accusa, e la difesa restava muta, incapace di descrivere il sofisticato meccanismo di sopraffazione in cui era imprigionata. Lei detestava la ...
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