Come dita nel naso
Data: 11/09/2019,
Categorie:
Altro,
Autore: Alexander
... indosso i pantaloncini sportivi di mio fratello, che ormai non gli vanno più bene, e una maglietta gialla a righe rosse.Siamo seduti sugli scalini d’ingresso, quattro freschi gradini di cemento. Ci siamo sistemati lì ad aspettare Esperanza, che oggi ci farà finalmente vedere una rivista porno, sottratta di nascosto al fratello più grande. Esperanza ha tredici anni e sembra avere un aspetto diverso dalle altre bambine. Io e BAD PINGUIN la chiamiamo La-bambina-scatola. Innanzitutto ha i baffi, degli strani baffetti scuri sopra le labbra carnose. Poi è tarchiata, quadrata come una scatola, coi capelli color catrame tagliati male, le sopracciglia folte e gli occhi gialli incastonati come vetri molati nella pelle olivastra. È lunga di torso e corta di gambe. I nostri genitori dicono che il padre di Esperanza è messicano, ma io non ho la più pallida idea di dove sia il Messico e di come siano veramente questi messicani. Posso solo dire che La-bambina-scatola è clinicamente obesa, golosa da far schifo ed è facile vederla mangiare pastelle dolci fritte o succhiare buffi lecca lecca piatti, variopinti o con sopra delle spirali ipnotiche.Dietro di noi, all’interno della casa, sentiamo dei rumori: mamma-furetto sta lavorando in cucina. Arriva fino a noi l’odore del soffritto di cipolla. Mio padre, lo sentiamo, sta tagliando il prato sull’altro lato della casa, mezzo nudo e cosparso di fili d’erba. Ma questo non lo vediamo, possiamo solo immaginarcelo. Ogni tanto lo sentiamo imprecare. ...
... Questo possiamo invece udirlo bene. Il giardino è ancora calvo, senza tappeto erboso. Nostro padre ha piantato un paio di cespugli e due piccole betulle là dove le altre case di questa strada hanno i pilastri del cancello. Dalla strada agli scalini c’è un sentiero di lastre grigie su cui sono già in movimento delle carovane di formiche. BAD PINGUIN le guarda e pare orgoglioso che siano venute ad abitare con noi. Questa casa infatti esiste solo da un anno, e prima il terreno su cui sorge era solo un campo recintato in cui crescevano papaveri.Venivamo fin qua al nostro appezzamento ogni fine settimana. Nostra madre si trascinava dietro delle borse piene di cibo: insalata di patate, cotolette impanate e crostate fatte in casa. A me quelle gite piacevano, anche se sudavo sempre in maniera maledetta. BAD PINGUIN invece non sopportava il caldo e poteva accadere che, accalorato dal lungo tragitto, gli mancasse l’aria e fosse costretto a sedersi. Io avevo già imparato a tenerlo d’occhio. Attiravo l’attenzione della famiglia sul suo volto arrossato e annunciavo saccente l’arrivo di un attacco d’affanno. Solo così riuscivo a sopportare le molte cure e le attenzioni trepidanti di cui lui godeva sempre e che gli davano il potere di condizionare l’intera famiglia. Quello era il mio compito; mi faceva sentire bravo e importante. Ed essere bravo conveniva, l’avevo già capito. Se ti davi da fare e ti rendevi indispensabile, infatti, gli occhi di mamma-furetto ti guardavano con quella luce ...