L'ascensore
Data: 13/09/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Daniela Rey
... mi verrebbe da dirgli ma non dico niente, mi limito a sorridere con fare misterioso, lo scruto e gli domando: “Sei soddisfatto ora? Hai appagato la tua sete, la tua voglia?” Lui mi sorride a sua volta dicendomi: “Tu invece non avevi voglia, vero? Si capiva molto…” “Se era una battuta non faceva ridere…” faccio io ritraendomi. “E chi voleva farti ridere?” rimanda “farti ridere era l’ultimo dei miei pensieri”. In quel preciso istante l’abitacolo dell’ascensore inizia a muoversi: io mi guardo intorno con aria sgomenta, mi guardo nello specchio esclamando: “Oh no! Che aspetto terribile! Speriamo non ci sia nessuno fuori dall’ascensore” “Be’, almeno una ventina di persone ci saranno” declama in tono sarcastico, sogghignando. “Tra tecnici e persone in attesa dell’ascensore, hai voglia…” Ma, accidenti a lui, ma questo sembra che provi un piacere sadico a mettermi in imbarazzo! D’improvviso mi assale un pensiero: “E se mi avessero udito mentre godevo come una troia?” Ommioddio, speriamo di no, speriamo che la cabina dell’ascensore sia insonorizzata! Finora era una questione che non mi ero mai posta. Già, del resto chi avrebbe mai immaginato che un giorno mi ci sarei trovata rinchiusa in compagnia di uno sconosciuto a scopare come ricci? “Molto divertente, grazie” faccio io con finta disinvoltura. Finalmente la cabina arriva al sedicesimo piano: le porte si aprono, i tecnici spiegano il guasto; io sono troppo frastornata per capire qualcosa. Entrano altre persone: ho l’impressione ...
... che mi guardino in modo strano, ma forse è solo una mia suggestione. Mi vergogno da morire se penso che possano aver sentito tutto! Guardo l’orologio: sono le dieci e mezza. Poco più di un’ora siamo rimasti chiusi nell’abitacolo, ormai la mia riunione sarà iniziata senza di me. L’ascensore riparte: io e lo sconosciuto riprendiamo la modalità “cortesi ma indifferenti”. Arriviamo al mio piano e finalmente posso uscire da quella cabina dove si è consumato uno degli episodi più pazzeschi e sconvolgenti che mi siano mai capitati. Arrivo nel mio ufficio, mi siedo stremata gettando la borsa e la cartelletta degli appunti sulla scrivania: l’aria condizionata mi rinfresca il viso e i pensieri. Già, i pensieri che vagano ormai come relitti alla deriva in mare aperto dopo un naufragio. Come sarà da domani in avanti? Cosa proverò ogni volta che vedrò lo sconosciuto entrare nell’ascensore? Sarà imbarazzo, piacere, benevolenza o cosa? E lui cosa proverà nei miei confronti? Come mi vedrà, come una che ci è cascata come una pera cotta o un piacevole passatempo? In ogni caso devo dire che quell’incontro non mi ha lasciato certo indifferente anzi, devo ammettere che ha stuzzicato ancora di più la mia curiosità: ora mi è venuta voglia di saperne ancora di più sullo sconosciuto. Come si chiama, se è sposato oppure no, che incarico ha… Decido di recarmi in bagno a darmi finalmente una sistemata come dio comanda e a rifarmi il trucco; quando rientro nel mio ufficio, trovo il vice direttore generale ...