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Mariangela - Ovvero come scoparsi la mamma piano piano.
Data: 14/09/2019, Categorie: Incesti Autore: makaresco
... L�unica cosa che mi importava era cosa pensasse in quel momento mia madre.Ci vollero due ore perché ritrovassi la calma. Fu una frase di Francesca che contribuì a farmi tornare in me: � Ho chiamato tua mamma, �Siete due porci!..�. Perché Francesca ha detto �Siete�?... � Che c�entra mia madre, che avrà voluto dire? �. C�era solo una persona che poteva chiarirmi questo dubbio. Mariangela!La chiamai, erano da poco passate le due di notte. � E� tardi! Vieni a casa��. Mi disse, come quando da bambino avevo un problema. E così feci. Avevo le chiavi quindi la trovai ad aspettarmi nella mia vecchia camera. Da quando anche mia sorella si era sposata mia madre viveva in quella grande casa da sola.� Mamma��. Accennai.� Ssssst�Parleremo domani.Mi rispose mettendosi l�indice in mezzo alle labbra. Non potrò mai dimenticare quel momento. La mia vita sembrava andare giù per il cesso ma io ero sereno come non mai. Ero con mamma e l�atmosfera mi lasciava presagire che presto sarebbe accaduto qualcosa. Ognuno di noi andò a dormire nel suo letto.Conclusione�------------------------E� giorno da un po�, sono sveglio, non ho dormito granché.. Il rumore dei passi di mia madre in corridoio. Deve avere le scarpe rosse, quelle con i tacchi alti. Mi tuffo immediatamente nel letto, spengo la luce e fingo di dormire. � Paolo, svegliati. è tardi �. Sollevo la testa e con le mani mi stropiccio gli occhi. Mia madre aveva tirato su la serranda � Che giornata schifosa�Speriamo non piova �. La luce ...
... cupa disegnava la sagoma del suo bellissimo corpo rotondo. Si era messa una gonna nera semi-corta e una camicia bianca aderente, calze nere, forse le autoreggenti . Non era facile capirlo. Usava vestirsi così per le cose importanti. Era impossibile non fissare in mezzo alla scollatura. Troppo grandi quelle tette. Troppo stretta quella camicia. Dalla scollatura intravedevo il pizzo nero del reggiseno bordato con un sottile nastro in raso color rosa. Era fichissima. Si sedette sul bordo del letto. Aveva le autoreggenti adesso potevo vederle.� Alzati, su.Avrei voluto farlo, ma un peso sul petto mi soffocava. � Che c�è? �. Mi chiese. Le presi la mano. � Mi vuoi bene? �. Le risposi, non potevo dirle di quanto mi sentissi emozionato ad averla vicino, così bella e provocante. Lei mi sorrise. � Certo che te ne voglio � . Mi disse mettendosi in piedi lentamente.� Alzati, dai. Non fare il bambino�Ti devi far pregare per uscire dal letto?Mi disse mentre avvicinatasi allo specchio accanto alla porta con le mani si lisciava la gonna sui fianchi.� Un bacio?Si piegò su di me. L�abbracciai ed infilata la faccia tra i capelli rossi che le cadevano dal viso poggiai il naso sul suo collo a godere del suo profumo mentre con il petto assaporai la consistenza del suo seno rigoglioso.� Che profumo è questo?� Il sapone al mughetto. Il solito.� Me lo puoi prestare?� Lei sollevò un sopracciglio. � Perché?� Così mi ci lavo e ti ho addosso.� Lei mi tirò via le coperte. Ma che è questa ...