1. Oltre ogni censura


    Data: 15/09/2019, Categorie: Hardcore, Autore: antonio89x

    Giuro che non lo so. Davvero, non ho idea di come noi si sia finiti aparlare di vibratori alle nove del mattino. In un bar, in mezzo a genteche beve caffè con la faccia stropicciata dal sonno.Non lo so e non me ne frega un cazzo, persino; è più quello che mi èscappato di bocca ad un certo punto, che mi preoccupa. No, dico, seproprio mi dovevo impegolare in un discorso a base di roba da sbattersinella figa o nel culo, potevo restare sul vago, no?Che so, conversazione salottiera, sguardo scafato e battutine lievi. No,dovevo proprio dirti "Che poi, non so perché, non ne ho mai posseduto uno,di vibratore".Voilà. Piatta, banale, e ingenua che neanche Heidi. L'ho vista proprio, lalampadina che ti si accendeva nello sguardo. Bling! ha fatto, tipoflipper."Ah, beh, se è per questo si rimedia. Ne ho alcuni, a casa, te li faccioprovare, così poi decidi quale preferisci."O vacca miseria. Non è che hai cercato una forma dubitativa qualsiasi,chessò "UNA VOLTA CHE HAI TEMPO passi da me, SE TI VA, eMAGARI, ci dai un'occhiata, COSI' PER RIDERE, EH".No, no, dai per scontato che io poi ci venga, a casa tua. A PROVARLI,cazzo. Si intende davanti a te, o con la tua collaborazione, o magari...che minchia ne so. Scenari sempre più imbarazzanti mi si disegnano inmente. E si vedono tutti dalla mia faccia, a giudicare da come staisorridendo.Lascio schiantare il discorso in un rovinìo di nessi logici.Ma tanto lo so, che non finisce qui. Tu, figurati, boia chi molla.Che poi lo so già che clima c'è a ...
    ... casa tua. Intanto, chiamala casa: unoscannatoio da intellettuale simil-etnico, coi libri per terra, il megaflatscreen e l'armadio da scarestia del '700, che ti pare di esser lì perfarti scopare dal parroco.Mi innervosisce, casa tua. Così piena di cose morbide,divani/tappeti/cuscini, che è fin troppo facile scivolarci sopra, e cosìpiena di robe cogli occhi, statue e maschere e ritratti dell'antenato, cheuna si crede all'esame di maturità.Già un'altra volta, sono uscita di lì con le ginocchia molli e la facciain fiamme.Avevi così insistito perché venissi da te a pranzo, che come minimo mi eroaspettata che mi venissi ad aprire in vestaglia di setaleopardata, sventolando un goldone.Naturalmente, tutto il contrario: pranzo normalissimo, seduti a distanzadi sicurezza, caffè e convenevoli vari. Mi ero alzata per andarmeneche ero quasi rilassata, vè. Poi, sulla porta, mi sono girata a mezzo persalutarti. E com'è come non è, mi ero ritrovata la tua lingua in bocca.E mica poca, no: un bacio sfacciatissimo e bagnato, labbra succhiate elingua in giro fra i denti, e poi solo labbra e di nuovo lingua, unsacco. Tutto senza toccarmi, senza stringermi o tenermi ferma. Solo boccaspalancata e occhi socchiusi, per un momento lunghissimo.Pensa te se di mezzo ci mettiamo anche un vibratore. Gesù, Giuseppe eMaria.E' ovvio che adesso sono qui, spostando il peso da un piede all'altro,davanti a questa pregiata porta di noce. Anche oggi, nessunavestaglia leopardata; quasi quasi ci resto male. Dentro c'è ...
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