1. Gioie dell'autostop - 4


    Data: 16/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... mi assopii.
    
    Non so quanto tempo dormii; all’improvviso mi svegliai con gli occhi sbarrati: la stanza era illuminata quasi a giorno dalla luce della luna e al mio fianco Sergio ronfava disteso sulla pancia, abbracciato al cuscino e mi offriva una visione struggente del suo magnifico culo nudo.
    
    Un sudore freddo mi velò la fronte e mi coprì tutta la schiena, facendomi rabbrividire. Non riuscito a staccare gli occhi da quelle natiche sode, lisce, perfette, dalla linea scura del solco che le separava, incuneandosi…
    
    Lottai, Dio mi è testimone, lottai con tutte le mie forze, poi d’un tratto, la mano mi si mosse per volontà sua, si sollevò e lentamente si accostò a quella pelle vellutata, caldissima sfiorandola con la punta delle dita.
    
    Una volta, due volte, tre volte… poi divenne una carezza leggera a tutta mano, che abbracciava l’intera curvatura della natica. Ero terrorizzato che Sergio si svegliasse: cosa avrebbe detto, cosa gli avrei detto… come mi sarei giustificato?
    
    E poi non fu più solo la mano ad adorare quel culo superbo, ma furono anche le labbra con un bacio delicato. L’odore della sua pelle, il sentore pulito del suo culo, l’aroma dei coglioni furono una droga possente per la mia lussuria, tant’è che mi ritrovai a baciarlo con forsennata bramosia, insinuando anche la lingua nel solco profondo, nel vano tentativo di raggiungere la delicata mucosa del buco. Oh, come volevo che si svegliasse adesso, come volevo che mi chiedesse: “Cosa stai facendo?”, come ...
    ... volevo rispondergli: “Sto adorando il tuo culo, sto baciando questo miracolo divino” Ma Sergio non si svegliò… o non ritenne opportuno farlo, chissà? e forse fu meglio.
    
    Poi, repentina, all’esaltazione subentrò la vergogna: ma che cazzo sto facendo? Una nube nera mi avvolse la mente e mi ritrassi nel mio angolo del letto, accucciandomi in posizione fetale solo con una grande voglia di piangere.
    
    Il mattino mi colse ancora sveglio. Mi alzai zitto zitto e uscii in giardino a respirare una boccata d’aria fresca. Dopo un po’ la testa mi si schiarì e andai a preparare la colazione. Quando tornai in camera per chiamarlo, lo trovai già seduto sul letto. Aveva addosso le mie mutande.
    
    “Buongiorno” mi disse con un franco sorriso.
    
    “Buongiorno”, gli risposi ricambiando il sorriso: come era lontana ormai la tempesta notturna.
    
    “Quando vuoi, la colazione è pronta.”, aggiunsi.
    
    “Uhmm… Perfetto. – scherzò lui, alzandosi – Devo raccomandarlo in giro questo Bed&Breakfast.”
    
    Arrivò l’ora della partenza, più in fretta di quanto volessi. Lo accompagnai al cancelletto.
    
    “Mi ha fatto piacere conoscerti.”, gli dissi, tentando di nascondere una nota di commozione.
    
    “Anche a me. – fece lui, abbracciandomi – Sei davvero una persona speciale.”
    
    “Me lo dicono tutti.”, scherzai.
    
    “Ma se lo dico io, vale più degli altri, e lo sai perché.”
    
    No, non lo sapevo, ma sorrisi.
    
    “Ah, senti. – lo trattenni - Ti do il mio biglietto da visita: se mai ricapiti da queste parti…”
    
    “Non si può ...