Un coinquilino stallone.
Data: 30/09/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Autore: Stephan Zanzi
... Inoltre Rocki non faceva discriminazioni razziali: indiane, cinesi, bulgare, rumene, russe, francesi, coreane, africane. E non faceva nemmeno discriminazioni di ceto: popolane o benestanti, Rocki appena vedeva una figa la riempiva. Le prime volte che rientravo a casa e lo trovavo intento nella sua nobile arte della monta mi imbarazzavo da morire, chiedevo scusa e me ne andavo in camera e mi barricavo dentro. Poi cominciai a prenderci gusto, e allora me ne andavo nella mia stanza ma senza chiudere la porta, ma restando sulla soglia a spiarlo mentre si faceva la maialina di turno, e mi facevo una colossale sega. Una volta però si accorse che lo spiavo, ma la cosa non gli diede particolarmente fastidio, anzi, mi fece l�occhiolino, quasi a dire: �ti sta piacendo lo spettacolo?�. E allora lì capii che la mia presenza lo eccitava; cioè, non è che ero io a eccitarlo, ma il fatto che ci fosse qualcuno a guardare. Le ragazze che si montava invece non facevano neppure caso alla mia presenza; era tanto il piacere che traevano dal grosso cazzo di Rocki che neppure si accorgevano di me. Io per loro, in confronto a Rocki, ero una nullità, ed era come se ai loro occhi neppure esistessi. In principio questa cosa mi stava pure bene, perché avevo modo di godermi lo spettacolo senza che nessuno mi dicesse niente. Ma poi capii che non era proprio una cosa bella che le ragazze mi considerassero in quel modo. Non volevo che mi guardassero come un inutile segaiolo. Anche io c�avevo ...
... voglia di scopare, e invece non potevo fare altro che restarmene lì a spiare. Era questo il mio ruolo. Nessuna di loro mi vedeva come un potenziale scopatore, piuttosto come il coinquilino smanettone a cui piace guardare una coppia che fa l�amore. Nell�ospedale Rocki praticamente se l�era passate tutte: infermiere, portantine e ragazze delle pulizie. Non importava se erano sposate o fidanzate o quanti anni avevano, Rocki le portava a casa e se le fotteva senza alcun freno, in posizioni spesso anche impensabili, e alla fine ad ognuna lasciava un bel ricordino sulla faccia, cioè una serie di schizzi di sborra calda. Una volta ero ritornato a casa e lo trovai che si stava scopando Romina, una ragazza rumena che faceva le pulizie nei reparti. La cosa mi fece molto male, perché da qualche giorno le andavo dietro, ma lei non mi si inculava di striscio. La vedevo nei corridoi con i suoi pantaloni bianchi che aderivano porcamente alle sue belle chiappone burrose, e il tessuto leggero di quei pantaloni lasciava intravedere il perizoma nero che portava sotto. Quel suo culo mi aveva fatto perdere la testa, e allora tentavo invano di avere un dialogo con lei, nell�intenzione di invitarla a casa e farle quel suo delizioso culetto. Ma lei non sembrava per niente attratta da me. E invece a Rocki era bastato poco e subito era riuscito a portarla a casa. E quando la vidi che si stava facendo montare il culo da lui mi salì il sangue alla testa. A lui il culo glielo dai, però! Pensai. ...