1. Schiava_cagna


    Data: 01/10/2019, Categorie: Etero Autore: LeiMolto

    Sole da una finestra socchiusa.
    
    Batte sulla schiava.
    
    Batte sul resto della notte che ha segnato il suo corpo.
    
    Nuda, distesa sul corpo.
    
    Lo sguardo del padrone che la frusta.
    
    Dilatate le gambe.
    
    Nessun segreto.
    
    Oscena si masturba.
    
    Attendendo che quello sguardo la spinga ancora più in avanti...
    
    _______
    
    La schiava scende dal treno.
    
    Un treno veloce, di cui ha assaporato ogni secondo, respirando desiderio e timore.
    
    La sua prima volta.
    
    La sua prima volta è senza nessuna biancheria.
    
    Gonna e giacca su camicetta innocente.
    
    Ballerine basse.
    
    Niente trucco.
    
    Sa che prima di scendere deve indossare un giocattolo a controllo remoto.
    
    Lo inserisce senza nessun piacere che l’essere cagna e cagna obbediente.
    
    Scende dal treno e attraversa l’atrio della stazione.
    
    Grande da smarrirsi.
    
    Piccoli passi perché il giocattolo non esca e non cada.
    
    Lo sente muovere dentro di sé.
    
    Si gira.
    
    Senza vedere nessuno.
    
    Ma si muove.
    
    Prosegue.
    
    Conosce l’indirizzo.
    
    Sa che deve salire le scale.
    
    Sa che il telecomando sarà acceso al massimo dietro una porta.
    
    Sa che si deve fermare dinanzi a ciascuna porta.
    
    Sale su un taxi.
    
    Non socchiude le gambe.
    
    Le tiene strette.
    
    Il giocattolo si ferma.
    
    Lei respira forte.
    
    Il viaggio non è lungo.
    
    Lei si guarda intorno.
    
    Monumenti e piazze.
    
    Turisti e mendicanti.
    
    Scende dalla macchina.
    
    Paga senza nessun dialogo.
    
    Sale le scale.
    
    Si ferma dinanzi a ogni porta.
    
    Il ...
    ... giocattolo non si muove.
    
    Scende di nuovo le scale e si ferma di nuovo a ogni porta.
    
    Non si muove.
    
    Esce.
    
    Si muove.
    
    Si guarda intorno.
    
    Si muove più forte.
    
    Lo vede.
    
    Fermo al tavolino di un bar.
    
    Una bottiglia e due calici.
    
    Si muove più forte.
    
    Sa che può andare o lasciare.
    
    Che basta una decisione per andare via.
    
    Vede che la guarda.
    
    Senza sorrisi.
    
    Ma con curiosità.
    
    Segue quello sguardo fino a sedersi.
    
    Trovando il massimo della velocità al centro del suo corpo
    
    Il padrone si alza.
    
    Giocattolo al minimo.
    
    La schiava cerca lo sguardo del padrone.
    
    Lo trova e abbassa gli occhi. Sa che si può alzare. Che lo può seguire. Sa che deve scegliere se seguirlo e che lui non si volterà indietro.
    
    Lo segue.
    
    Tiene le gambe strette e fatica a seguire il suo passo, svelto, dinoccolato, nervoso.
    
    Sente il vino che ha bevuto nello stomaco.
    
    Brucia.
    
    Le piace che bruci.
    
    Segue il suo passo sulle scale. Segue il suo passo dentro una porta. Nessuna luce. Solo un catino al centro della stanza. Solo un divano lungo una parete. Poca luce di fine pomeriggio che entra dalla finestra.
    
    Lo sguardo le dice di chiudere la porta a chiave.
    
    Si gira e osserva con più attenzione.
    
    Il nerbo è accanto al catino.
    
    Sa che si deve spogliare.
    
    Nuda come non è mai stata.
    
    Sa che deve appoggiare gli abiti per terra.
    
    Si spoglia e capisce che la vergogna dipende dagli occhi che ti guardano.
    
    Sono occhi che le impongono vergogna.
    
    Solo una ...
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