1. Il Marinaio. L'inizio


    Data: 02/10/2019, Categorie: pulp, Autore: Tibet

    ... Marinaio e mandarla in un pacco postale a Managua. Chi ha? Chi ha chi? Gli chiedo. Non si sa chi ha fatto il pacco, dicono sia opera del Marinaio ma centrano i napoli, i kosovari, i narcos, un vero casino! Gli allungo le duecento cocuzze. Proviamo. Proviamo con Carmine. Aspetto fuori dalla porta della cucina, la pizzeria è ancora piena di gente, ma a volte esce a fumare o a buttare le immondizie. Sono nell'ombra, aspetto... so aspettare. Esce... accende la sigaretta, guarda il cielo. -Carmine... Si irrigidisce. -Tranquillo Carmine... stai tranquillo... voglio solo parlare. -Chi sei...? -Io... Mi faccio scorgere. -Cazzo... mi hai spaventato! Potevi entrare... un piatto di spaghetti italiani con le vongole... -Che ne sai... del pacco degli AK 47...? -Per quello che ne so... avuti dai serbi e mandati in Colombia e poi persi di vista, erano a posto, garantiti! Lo sai che in certe cose non possiamo permetterci di fregare nessuno... Certo... armi in cambio della coca! -Chi è stato, Carmine? Hai una idea? -Tutti pensano che sia stato il Marinaio... Eccolo... fottuto e strafottuto! Penso a come salvargli la testa a quel cazzone, a come togliere il veleno al Cileno. Devo pensare e devo togliermi questa tensione che mi strizza le interiora. Devo farmi una donna! Subito... adesso! Ne trovo una, bella! La pelle ambrata, una mistique, i capelli lunghi sulle spalle, cazzo... la guardo stupito! Ha gli occhi di un celeste impossibile! Poi realizzo, le lenti a contatto! Macché! E' così di ...
    ... natura! Una camera lercia, il letto ha lenzuola che rigirano ad ogni scopata, ma chi se frega! Le prendo i capelli fra le dita, sono gonfi, setosi, le piego la testa all'indietro e le mordo la bocca. Le sfugge un gemito, qualcosa la inquieta, ha paura... sente la mia tensione. -Niente baci sulla bocca... hombre...- Zitta, zitta... stai zitta! Non la lascio spogliare, la giro, appoggia la testa al bordo del letto, le alzo la gonna, metto alla luce il suo gran culo. Sposto quella specie di filo interdentale che ha fra le natiche e la cerco. Si... sei bella! Sei calda... sei umida. Sei umida? Cosa è? Un olio? Certo ti lubrifichi fica e culo... o no? E' il tuo lavoro. Non certo per me! La prendo, l'ho tirato fuori, duro, rigido... un bastone! Lo infilo! Forte. A fondo. Un secondo suo gemito. -Piano... tranquillo hombre... non scappo! Zitta... stai zitta... puttana! La punisco! Non deve parlare! E prendo i capelli e glieli tiro forte e aumento ancora la forza delle penetrazioni, sbatto violentemente con i lombi su quei glutei morbidi, sento la punta della verga percuotere il fondo della sua vagina! -Mi fai male. Si... lo so! Ho qualcosa che mi tormenta, una lama incandescente che fruga nel mio cervello. Un presentimento, brutto, doloroso. Ti pagherò di più ma ora lasciami fare! Sento che si apre, sento che ora è bagnata per me, lo sento dalla languidezza dei suoi movimenti, dal suo viso girato ora verso di me. -Matame... matame hombre... mata tu vaca. Si... si... come no! Stai ...