1. Una bella vacca da pelare


    Data: 01/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Simone Turner, Fonte: EroticiRacconti

    ... minimamente sforzarmi. Mi ritrovai a sorridere di pura soddisfazione per quella semplice intuizione. Quando poi feci per agganciare il peso all’altro capezzolo compresi immediatamente perché mentre lo stringevo si era fatto tanto viscido impedendomi di proseguire. Il gancio era già bagnato di liquido biancastro e un poco era finito anche sul pavimento, e un’altra grossa goccia di latte stava per staccarsi dal capezzolo gonfio e arrossato proprio in quel momento. Fu davvero una gradita sorpresa, i seni di questa ragazza si stavano rivelando ancora più interessanti e pieni di possibilità del previsto. Assicurai il peso con rinnovato entusiasmo e mi gustai per qualche minuto i suoi lamenti soffocati mentre le punte acuminate dei ganci scavavano lentamente la sua carne tanto sensibile quanto sorprendentemente resistente. Ancora una volta, però, i ganci si bloccarono prima di riuscire a trapassare la pelle. In compenso la pressione aveva sensibilmente aumentato il flusso del latte dal capezzolo sinistro e ora le gocce si susseguivano uno dopo l’altra quasi senza pause. Allora aggiunsi il secondo peso di piombo, prima al capezzolo sinistro - in cui il gancio era penetrato ancora meno in profondità e che iniziò subito a zampillare liquido perlaceo da più punti teso fino al limite, trascinando il seno già stirato allo stremo diversi altri centimetri verso terra. Lo strillo acuto della ragazza fu attutito solo in parte dal bavaglio stretto sulle sue labbra. Subito aumentai il carico ...
    ... anche al seno destro e finalmente vidi il gancio farsi strada velocemente nella carne anche se nella direzione sbagliata. Non feci quasi in tempo a lasciare andare il secondo peso che li ripresi entrambi liberando il gancio. La punta affilata anziché attraversare il capezzolo da parte a parte aveva iniziato a girarsi e avrebbe finito per bucare il capezzolo proprio al centro rimanendo agganciato a un lembo di pelle troppo esiguo perché potesse resistere a tutta quella pressione. E se si fosse strappato sarebbe rimasto ben poco con cui giocare in futuro, anche una volta guarito. Rimossi i pesi anche dall’altro capezzolo che continuava a sprizzare latte e li riposi momentaneamente da parte. Riprovai un’ultima a volta a spingere il gancio nel capezzolo di destro con le mani, non volendo darmi per vinto tanto facilmente, ma desistetti rapidamente e con un gesto secco sfilai contemporaneamente i ganci da entrambi i capezzoli. Dal buco lasciato in quello di destra uscì una goccia di sangue rosso brillante, da quello a sinistra invece con mia grande e gradita sorpresa sprizzo un piccolo getto di latte bianchissimo che continuò a gocciolare abbondantemente per qualche minuto – avevo appena creato un ben grosso dotto lattifero tutto nuovo. Quando tornai da lei stringevo in mano un martello e due grossi chiodi, spessi più o meno come i ganci e in fin dei conti più adatti allo scopo che mi ero prefisso. Senza perdere altro tempo puntai il primo chiodo sul foro lasciato dal gancio nel ...