1. Buio totale


    Data: 09/10/2019, Categorie: Lesbo Autore: @@@@@@@@, Fonte: EroticiRacconti

    Ho la testa pesante. Sento le palpebre chiudersi da sole. Fa caldo , la mia pelle nuda risplende umettata sotto la fioca luce della lampada da tavolo. Imbavagliata , non riesco a prendere bene l'aria dalla bocca. Ispiro con il naso,profondamente, attendo nella penombra di quella che deve essere una stanza usata come magazzino. Solo la fioca luce appoggiata a quella scrivania, una lampada da tavolo. Le braccia ed i polsi mi fanno male, legate come sono, strette strette, dietro la mia schiena nuda. Sono completamente nuda. Riesco a vedere il mio seno in balia dell'ombra. I capelli sciolti che ricadono fin sopra la vita. Le cosce aperte, caviglie anch'esse legate stette alle gambe della sedia. E il cuore rimbomba pesante nelle mie orecchie. Cerco di scrutare in fondo alla stanza magazzino, non ne intravedo la fine. Né la porta dalla quale entrerà la mia carceriera. Quella col passamontagna. Che ricordo a malapena entrere nel mio ufficio, furtiva, prima di narcotizzarmi. Deve avermi portata qui, attraverso il garage, quello sotterraneo. Stranamente le telecamere si sono rotte qualche giorno fa. Ho i ricordi confusi. E un leggero dolore alle tempie. Ma so che tornerà. L'ultimo fugace ricordo che ho di lei sono le sue parole " Con le buone non hai voluto. Ti faccio mia con le cattive". Con difficoltà cerco di capire chi diavolo possa essere costei che tanto mi brama. Addirittura da rapirmi.Qualcuna che ho rifiutato, certo. Qualcuna che non ho voluto , che non mi piaceva, con cui ...
    ... non sono voluta uscire o a cui ho risposto male. Non so. Potrebbe essere La francese del bar del mio ufficio, Danielle;no, ma lei ha una relazione con quella rossa tanto carina. O forse, la signora un po'attempata moglie del generale Heinz, da cui sono stata a cena qualche giorno fa , quella cena di beneficenza, a cui..... c'era anche Selena, la mia editrice e caporedattrice . Ricordo bene le sue mani sul mio collo , scendevano fin sopra i miei seni. Lei, giunonica donna italiana, abituata a non ricevere dinieghi, così educata nel parlare, algidi occhi blu cobalto, fasciata in un Armani nero dal quale facevano capolino due lunghissime gambe. Mai scomposta; sempre in ordine quei suoi lunghi capelli neri come la pece e lucidi come la seta. Ci provo' insistentemente, quella sera. E i giorni a venire, in ufficio. Ma l'ho respinta puntualmente. Mischiare sesso e lavoro non fa parte di me e della mia professionalità. Devo essere lucida, comunque, e cercare di capire come diavolo fare a liberarmi di queste corde strette e del bavaglio. Mi duole ogni centimetro del corpo. Non ho contezza del tempo che ho trascorso qui. Non so dove sono. E sono terrorizzata all'idea di essere nuda, alla mercé di chiunque. Qualcuno mi cercherà, magari Amanda, la mia coinquilina tanto premurosa che, non vedendomi rientrare, avvertirà sicuramente qualcuno. Chiudo gli occhi, in attesa che qualcosa accada. Cerco di contare il tempo, ma dopo i centoventi secondi mi assale un'arsura che mi impedisce di pensare ...
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