In gita col prof di filosofia 3
Data: 09/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Asseffect
... Iniziamo per un po’ a limonare, mentre il prof di filosofia, spostatosi dietro di me mi toglie i jeans, e aiutatolo, mi lascia in mutande. Anche il mio cazzo inizia ormai ad essere duro.
“Spostiamoci in camera da letto che stiamo più comodi” dice P. facendo strada, e, slacciatomi da T. lo seguo in camera. Un letto matrimoniale con le coperte rosse occupa quasi tutta la stanza. Sul comodino c’è un dildo e un barattolo di vaselina. P. si siede su una poltroncina e ci incita a godere tra di noi:
“Ho goduto del cazzo di E. per una settimana, ora tocca a te” dice facendo l’occhiolino. “Come vuoi fare?” mi chiede T., non voglio forzarti.
Senza parlare prendo l’iniziativa: mi abbasso in ginocchio sul tappeto e gli abbasso le mutande: un cazzo enorme si drizza. Visto da questa prospettiva è ancora più invitante, mi ricorda qualche affresco greco sui satiri, noti per le dimensioni esagerate dei loro membri. Faccio sedere il prof sul letto, gli apro le gambe per aver comodo accesso a tutto quel ben di Dio, e comincio. Lecco le palle, e grazie al fatto che è totalmente depilato non faccio fatica a prenderle in bocca, se non per la dimensione. Fatto quello lecco l’asta in tutta la sua lunghezza, fino a quando non arrivo al prepuzio. Lo abbasso dolcemente scoprendo una cappella enorme, violacea, e pulsante. T. è in estasi, lo guardo, ed inizio un lento pompino. Mi entra in bocca e capisco come il culo del prof fosse così comodo. Inizio un dolce su e giù, cercando di prendere ...
... quanto più di quel cazzo posso.
T. mugola, e sento il pisello vibrare. Con una mano allora stringo le palle, per evitare che venga, e per un paio di volte ripeto il processo. Quando vedo che è al culmine del piacere inizio anche a masturbarlo, e in pochi istanti mi esplode in bocca. Non ho mai sentito in vita mia di un uomo che potesse venire così copiosamente. Sette, otto schizzi forti e pieni di sperma mi invadono la bocca. Sono di una dolcezza zuccherina, diversa da quella di P., e decido di ingoiare.
Il prof, nel frattempo, con quel cazzone enorme che pendeva si è sdraiato sul letto. “E la parte bella deve ancora venire” gli fa notare P. “Forza, prendigli il culo” mi dice. Mi alzo un attimo, gli pongo le ginocchia ai lati delle spalle, e inizio a scopargli la bocca. P. intanto si dedica al suo culo, iniziando ad inumidirlo bene con la lingua. Poco dopo si alza e mi metto al posto suo. Quel culone così grosso a bordo del letto non dice altro che “Inculami! Forza! Cos’aspetti!?!?”.
Gli prendo le gambe, le spalanco, e me le appoggio sulle spalle. Lo guardo negli occhi prima, e avvicino la cappella al suo culo, sono già scapellato a dovere. Inizio a spingere, dolcemente e lentamente, e sento il suo culo stringersi, poi allargarsi e cercare di adattarsi a quel corpo estraneo che lo sta invadendo. Continuo a spingere, finchè le mie palle non sbattono sul suo culo. L’ha preso tutto, si alza e mi dice di farlo sentire una donna.
Inizio quindi a pomparlo, e finalmente ...