1. The storyteller 0.1


    Data: 12/10/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Aletheia

    ... stanchezza ancora qualche minuto, un po' di tempo per scendere a patti con l'oblio che sarebbe caduto su di loro, uno scambio che sembrava sempre impari per le ore che non vivevano da addormentati. «Hazel Rain si trovava rinchiusa da qualche parte in una camera buia e, pur non sapendo come c'era finita, sapeva di essere a casa della sua defunta nonna. E di essere in pericolo.» Il momento giusto era arrivato: l'ultimo bagliore del crepuscolo era stato inghiottito dalla notte; i grilli frinivano tutt'intorno; le falene svolazzavano eccitate attorno alla lampada. Qualche volta Ian aveva raccontato delle storie dell'orrore ma, dato che finiva sempre che qualcuno calcasse la mano con gli scherzi stupidi e qualcun altro s'incazzasse e alzasse le mani, il giovane aveva da tempo incrociato quel genere con qualcos'altro. «In campagna il buio è denso e sembra nascondere qualcosa di spiacevole a ogni fruscio e scricchiolio: Hazel non poteva vedere l'esterno ma sapeva che tre ragazzi, inchiodati nella terra brulla dell'orto di sua nonna da un potente incantesimo, stavano lentamente perdendo le forze. Erano lì da giorni, senza potersi nutrire...» Il silenzio era interrotto da tanti rumori, come se la natura tutt'attorno volesse partecipare alla narrazione, raccontare anche lei una parte di quella storia. La sua versione, forse. «Infilarsi tra le crepe dei muri e nelle fessure tra i balconi sprangati, non sarebbe stato difficile per un pensiero: "cantate, cantate affinché possiate ...
    ... ottenere dell'acqua e scongiurare la morte". Hazel cercò di esprimerlo con chiarezza: doveva dargli la forma di una freccia sottile e appuntita, che avrebbe attraversato illesa la barriera di magia oscura che li schiacciava. Funzionò. Il rivolo di sangue che le colava dal naso ne era la conferma...» Con una mano, Ian si sfiorò il volto in un breve movimento, scendendo con l'indice dal naso alle labbra: l'ombra di sangue che ne derivò non assomigliava molto a una goccia che lasciava la sua scia, ma rese lo stesso l'idea. «I ragazzi iniziarono a cantare e la terra sotto di loro divenne più scura: più cantavano e più quella diventava morbida e melmosa. Uno di loro scavò una piccola buca con la punta delle dita e nel suo incavo vide l'acqua grigiastra iniziare a gorgogliare. Cantarono ancora, per minuti che sembrarono ore, la lingua secca e le labbra screpolate, finché l'acqua fu pura e adatta a essere bevuta. «Continuarono a cantare, sentendo la magia scorrere nelle loro vene, e sotto uno di loro la terra si aprì trasformandosi in una vera e propria piscina azzurra: il ragazzo senza nome era libero di muoversi e abbandonare la prigione che credeva sarebbe diventata la sua tomba. «Hazel era ancora intrappolata in quella stanza buia, ma sapeva che presto anche gli altri due ragazzi sarebbero stati liberi e sarebbero andati ad aiutarla. Ne aveva un gran bisogno, perché qualcuno aveva iniziato a bussare ritmicamente alla porta della stanza: toc, toc, toc silenzio e ancora toc, toc, toc. La ...