1. IL MIO MURATORE


    Data: 12/10/2019, Categorie: Etero Autore: diavolina

    ... una richiesta d�amicizia perché lei poi lo vede e gli fa storie. Mi apparsero tutti segnali di un rapporto che non doveva proprio essere idilliaco, ma in fondo io che ne sapevo?Col passare dei giorni aumentò la confidenza. Mentre lavorava, con anche presente l�altro ragazzo e mia mamma, ci mandavamo occhiate strane�.di quelle che nascondono qualcosa�.di quelle complici, che parlano senza usare parole. Cosa dicevano? Forse la mia immaginazione e il mio desiderio avrebbe voluto attribuire parole specifiche che magari sarebbero state quelle sbagliate�.oioia questo muratore mi mandava sempre più in tilt. Soprattutto perché le nostre occhiate spesso sfociavano in sorrisi e devo dire che il suo di sorriso era particolarmente attraente. Dopo un sorriso seguiva sempre l�occhiolino�.me lo faceva ogni volta. Era un gesto strano: mi chiedevo se lo avesse di vizio o se me lo facesse x un motivo preciso, fatto sta che mi piaceva quel gesto, mi faceva sentire speciale x lui. Ma si sa, noi donne siamo delle romanticone.Il primo sabato da quando erano iniziati i lavori, lui venne a lavorare tutto il giorno come fosse stato un giorno feriale, ma la particolarità fu che venne da solo. Questo mi permise di stare con lui con più tranquillità. Nonostante la presenza costante di mia madre in casa, avemmo modo di avvicinarci, senza che succedesse nulla di strano. Parlammo e a momenti lo aiutai nel lavoro, magari passandogli qualche arnese del mestiere. Si fermò anche per pranzo e io gli preparai ...
    ... un panino che lui apprezzò per il fatto che glielo avessi preparato io.La confidenza ormai era aumentata e ogni scusa era buona per una battuta o un occhiata�..il pomeriggio che grattarono il muro per renderlo liscio, lui era completamente ricoperto di polvere, da cima a fondo�..Quando fu il loro momento di andare via, rimanemmo soli davanti alla porta di casa�.fu un caso, neanche ce ne rendemmo conto. Continuavamo a scherzare sul suo stato allucinante, quando io allungai una mano sulla sua bocca�aspetta che ti tolgo un po� di polvere da qui�.altrimenti te la mangi� � e dicendo ciò gli sfiorai le labbra con la mia mano.Ci fu un attimo di titubanza, ci guardammo dritti negli occhi e lui mi sfiorò la mano con la sua. Me la prese e la strinse�.ci avvicinammo l�un l�altra�..ma alla fine fummo interrotti dal suo collega e repentinamente ci staccammo tornando alla realtà.I giorni passavano e non ci fu più occasione di rimanere soli o di poter riprovare un contatto, ma ormai era chiaro che c�era qualcosa. Forse le parole che immaginavo dietro ai nostri sguardi non erano proprio del tutto errate.Un pomeriggio a fine giornata Claudio dimenticò il suo cellulare a casa mia, ma io dovevo uscire, non potevo rimanere lìm ad aspettare che tornassero indietro a prenderlo. Così scrissi su face book al suo collega, lasciandogli il mio numero dicendogli che mi chiamassero x accordarci per vederci nel caso in cui claudio avesse voluto il suo telefono prima di sera. Altrimenti lo avrebbero preso ...