1. Non pensavo fosse così... Storia Vera.


    Data: 01/11/2017, Categorie: Etero Autore: Kairos89, Fonte: RaccontiMilu

    ... labbra e lei, questa volta, si attaccò a me, stringendomi le mani e quasi piangendo mi chiese di sparire dalla sua vita per via della relazione con il suo ragazzo.La cosa mi diede fastidio, mi arrabbiai e iniziai a discutere con lei; ero nel torto totale, ma mi sentivo di possederla, di essere io a gestire la sua vita. Non era possessione quella volevo, ma desideravo fare di lei qualcosa facente parte di me, perché sentivo che anche lei lo voleva.Il giorno dopo dovevamo vederci perché avevo promesso di aiutarla in certi servizi e poiché ero abbastanza in ritardo le chiesi di salire da me e iniziare a compilare quanti più moduli da sola, mentre io finivo di prepararmi.Lei arrivò davanti la porta di casa, era aperta, ma tentenneva ad entrare e rimase sul ballatoio, al che uscii sull'uscio e la tirai dentro, le diedi un bacio, che rifiut�, e andai in stanza a finire di prepararmi. Ero quasi pronto, quando le chiesi a voce alta se si rimetteva il cappotto che di lì a qualche secondo saremmo andati a fare quei servizi; venne in stanza e mi disse una cosa sola: "scopami".Che grande soddisfazione per me; la presi di peso e la misi sul letto, la baciai e mentre lo facevo le sbottonai i jeans.In un secondo le tirai giù i pantaloni, le piegai le gambe e, girandole sul lato, notai quanto si stessero bagnando le sue mutandine; le scostai e la penetrai, iniziando a godere come un matto. Finalmente ero dove volevo essere... nell'apice del ...
    ... suo piacere. Godeva lei e godevo io e le feci promettere che fosse stata mia ancora; così fu, lei non poté dirmi di no, perché anche lei voleva la stessa cosa che volevo io.Andavo avanti e indietro dentro di lei come un forsennato, per poi fermarmi e, più dolcemente, uscivo e rientravo nella sua alcova... lei era un vulcano ma quello che esplose fui io. Ebbi appena il tempo di tirarlo fuori che le arrivai ovunque addosso, era stato bello, ma non mi bastava.Dopo una veloce pulizia, mi misi a cavalcioni su di lei e, con la sua faccia tra le mie gambe, la vidi leccarmelo e far sparire nella sua bocca tutto il mio sesso. Appena ripresomi, la feci girare a pancia sotto, la sculacciai un po, perché sapevo che le piaceva, e facendole alzare il bacino, poggiandosiosi su i gomiti e le ginocchia, la penetrai da dietro, tenendola ora per i fianchi, ora per i capelli, ora cingendo e stringendo quelle enormi tette. Voleva che l&egrave dessi della puttana, della svergognata e lo feci e questo ci fece andare ancora di più in estasi. Godemmo ancora e quando fu il momento di darmi il culmine del piacere la feci girare, mi distesi sotto di lei e le diedi carta bianca. Le sue mani, le sue labbra fecero il resto.Si accovacci� di fianco a me e dopo qualche minuto mi chiese di succhiare i suoi capezzoli.Fu un magico momento, peccato che fu interrotto da quel malato di gelosia del suo fidanzato che iniziava a tartassare l'anima tra chiamate e messaggi. 
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