1. Sverginato dal mio allenatore


    Data: 03/11/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    Nessuno dimentica la sensazione di quando è stato aperto dal primo maschio.
    
    Avevo diciassette anni e un’amichetta con cui uscivo. Ci baciavamo e, ovviamente, procedevamo con tanti deliziosi pompini.
    
    Il padre era il mio allenatore e, spesso, avevo sentito parlare del fatto che fosse superdotato, ma più che di una cosa vera, sembrava si trattasse di una leggenda. Del resto, avevo già cominciato a prendere cazzi, alcuni dei quali anche di grosse dimensioni, ma quello che mi mancava era un’esperienza con uno più grande. Già all’epoca mi ero dato da fare con alcuni compagni di gruppo inginocchiandomi in doccia, anche se non erano proprio i primi pompini che facevo. Diciamo che avevo cominciato dalla scuola media con un compagno di banco. Però ero vergine di culo, a parte tanti ditalini e oggetti infilati, pensando ai maschi e guardando foto di grossi cazzi. Avevo la convinzione che fino alle pompe la cosa fosse accettabile, ma che se lo avessi dato a qualcuno di loro sarei diventato oggetto di scherno se non il rottoinculo oggetto di pettegolezzi per strada.
    
    Il mio allenatore, però, mi faceva impazzire e l’idea di un bel cazzo adulto da succhiare e da cui farmi scopare ormai mi eccitava parecchio. La cosa che mi faceva diventare matto erano i suoi muscoli, l’idea di sentirmi dominato dal suo fisico e dal suo petto, ricoperto da una folta coltre di peli scuri e ricci. La sola idea mi mandava letteralmente fuori di testa. Si diceva, inoltre, sborrasse come un idrante, che ...
    ... gli piaceva fottere il culo e le donne che ingoiavano golosamente.
    
    I miei compagni di squadra più grandi lo avevano scoperto in trasferta mentre si faceva una cameriera di colore in uno sgabuzzino. In cambio di una mancia, i ragazzi si erano fatti raccontare dalla ragazza cosa avessero combinato.
    
    Ben presto diventò un pensiero fisso e ormai mi sditalinavo quasi ogni giorno pensando a lui, allargandomi dolcemente in preparazione di un’ipotetica prima volta. Inizialmente mi concentravo sui tanti nordafricani, marocchini, tunisini e via dicendo, che vedevo in giro. Avrei potuto farlo in cento posti e modi diversi, ma poi ritornavo a pensare che lui sarebbe stato l’ideale.
    
    Mentre ero intento a godermi uno dei miei pomeriggi segaioli, squillò il telefono. Per fortuna ero solo in casa e, così, nudo ed eccitato andai a rispondere. Era la mia fidanzatina che mi chiedeva di raggiungerla a casa e che, non guidando ancora io, suo fratello sarebbe venuto a prendermi alla fermata degli autobus. Non sapendo cosa aspettarmi da quell’incontro, cercai di mantenere la calma. Finalmente arrivai a destinazione: non era venuto il fratello ma il padre che, abbassando il finestrino, mi fece cenno di entrare nel veicolo. Non riuscii a vederlo chiaramente in faccia, perchè c’era poca luce. Quindi, non riuscii a capire neanche che espressione potesse avere.
    
    Cominciò a dirmi che sapeva di me e della figlia, che i ragazzi non rendevano in squadra….finché dopo pochi minuti di strada arrivammo ...
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