1. Metti una sera, in un locale jazz


    Data: 05/11/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Soltero84

    Spesso si rincorre un ideale di vita che ci consenta di trovare una nostra posizione nel mondo. Un buon lavoro, una bella macchina, una moglie premurosa, dei figli da crescere al riparo da qualsiasi problema. Spesso a scegliere la nostra vita non siamo noi, sono tutti gli altri. E noi rimaniamo un po' contenti per aver centrato le aspettative altrui, un po' ci troviamo a guardar fuori dalla finestra a immaginare altre storie, altre vite. Questa è una di quelle notti.
    
    L'ho notata subito appena entrato. Era bellissima, affascinante, vestita in modo curato, ma non appariscente. La cosa che più mi ha colpito di lei era il velo di malinconia che impreziosiva il suo sguardo già segnato da diversi Margarita. Non era sola: era accompagnata da un uomo più grande di lei, potrei dire più vicino ai 60 che ai 50.
    
    Ero andato in quel locale per sentire un gruppo che avevo già incontrato diverse volte, in giro per la città. Jazz classico, perfettamente bilanciato tra bebop e pezzi venati di tristezza, di quelli che danno un senso ai battiti del tuo cuore, che ti fanno sentire vivo. Al piano un uomo il più lontano possibile dall'eleganza di Duke Ellington: abbastanza sfatto, ubriaco e malvestito. Ma con un talento smisurato. Deve averne passate anche lui: si vede e si sente.
    
    Al sax un ragazzo timido e abbastanza schivo. Uno che vedresti probabilmente più in una biblioteca che in un vecchio locale nei sobborghi della città. Una band esperta ed equilibrata, perfetta per garantire il ...
    ... tappeto musicale ideale per il mio whisky.
    
    La ragazza muoveva stancamente la testa a ritmo di musica, percorrendo il bordo del bicchiere con l'indice, quasi a riprodurre il suono delle spazzole sul rullante. Aveva un'aria sognante e disincantata allo stesso tempo. Potevo vederlo bene il suo viso, perchè era seduta alla mia sinistra, rivolta verso di me, che me ne stavo seduto al bancone con le gambe accavallate. Non sembrava molto interessata ai discorsi del suo accompagnatore, a un certo punto mi è parso di vedere che sbuffasse. Non dev'essere facile - pensavo tra me e me - trovarsi a uscire con una persona così. Benestante sicuramente, un po' forse anche bacchettone, ma sicuramente troppo semplice, troppo banale per quegli occhi. Ordino un altro whisky.
    
    La band ha appena concluso un pezzo piuttosto movimentato di Cannonball Adderley. Non mi ricordo il nome, potrebbe essere qualcosa come "love again", "love for me". Dettagli. Mick, il pianista, ha adesso accennato un paio di note quasi dissonanti. Un'altra categoria, un altro campionato. Rapito già dai primi secondi attendo l'ingresso del sax con impazienza. Il Duca e Coltrane che si incontrano per uno dei brani più belli e intensi della storia della musica. Mi giro verso la ragazza. Il compagno smanetta col cellulare, lei lo guarda un po' schifata, un po' indignata. Brava, quel coglione non ti merita. Alza lo sguardo.
    
    Come quando si vorrebbe fare una cosa ma non la si può fare. Come quando si vorrebbe bere una cosa ...
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