1. Metti una sera, in un locale jazz


    Data: 05/11/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Soltero84

    ... ancora, ma domani si lavora. Come quando vorresti fare l'amore con una donna che non è la tua. Quel sentimento di possesso e attrazione che non sono spiegabili, quel formicolio alle gambe e al petto che ti costringono a fare qualcosa contro la tua volontà - ma poi la volontà vince. Il mio sguardo incrociava il suo per la prima volta e io non capivo più niente. Il suo dito continuava a percorrere il bordo del bicchiere, ma gli occhi si erano fatti vispi, la bocca accennava un sorriso. Il vecchio ubriacone stava lì a giocare col cellulare e io mi trovavo a flirtare, senza sapere come nè perchè, con quella che poteva essere sua moglie, sua figlia, un'amica.
    
    Però sono sposato. Ho la bella macchina, l'assicurazione sulla casa e tutto quanto. Sono una persona per bene, che non va in giro di notte a cercar donne. Mi piace la musica e questo è quanto, e mi piace il whisky. Si alza.
    
    "Un altro Margarita per favore". Tequila, è una bella botta la tequila. Da ragazzino la bevevo nelle serate in discoteca con gli amici. Erano pochi quelli che riuscivano a rimanere in piedi per ballare. "Me lo faccia forte". Sono sposato. Sono per bene. Ma il mio cuore va a mille. Le sfioro la schiena con un gesto quasi involontario, lei si gira e - senza neanche guardarmi - mi parla. "Ce ne hai messo di tempo". Sorrido. Musica e whisky sono fedeli compagni per la notte, ma quando si incontrano sono guai. Le sfioro la gamba con la mano, con un gesto impercettibile, per non farmi vedere dal ...
    ... compagno al tavolo. Lei mi blocca la mano e fa una smorfia. "Un altro whisky, grazie".
    
    La band è al secondo brano di Miles Davis di fila. Il trombettista deve avere una bella personalità per affrontare seriamente capolavori così. E' bravo, bravino, ma credo che sia giunto il momento di una sigaretta. Le mie dita cercano il pacchetto ma trovano un foglietto. L'indirizzo del bar?
    
    "Sto aspettando".
    
    La guardo, lei mi sorride. Cosa sta aspettando? Cosa dovrei fare? Ci penso mentre vado in bagno, qualcosa dovrò pur fare. Mi avvio lentamente verso la porta della toilette. Allo specchio del cesso vedo un uomo un po' sbattuto forse, con qualche capello bianco, ma ancora capace di colpire una donna. E' stato bello sentirsi desiderati - ai tempi ci sapevo fare -, ma una volta finito qui uscirò dal locale e tornerò a casa. La porta si apre dietro di me, la ragazza.
    
    "Non riuscivo più a tenermi, stavo per ordinare un altro Margarita, ma poi sarebbe stato forse troppo tardi". Le mie mani modellano i suoi fianchi stretti. Salgo fino a sfiorare le scapole per poi rientrare e coi pollici premere sui capezzoli, ancora imbrigliati da un vestito arricchito da trasparenze in pizzo. Scendo verso l'ombelico passando dall'addome, dolce e tonico allo stesso tempo. Di lì le allargo ancora, scoprendo un culo meravigliosamente rotondo e morbido. "Non ti resisto".
    
    Lei mi prende e mi sbatte contro il muro di fronte al water. Si siede. Mi slaccia la cintura e piano piano solletica con la lingua il ...