1. Emma >>> conoscenza occasionale


    Data: 11/11/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Emmaus50, Fonte: Annunci69

    ... desiderio. Voglia e desiderio che sento premere con forza e con durezza contro il mio basso ventre. Rispondo al suo bacio con un leggero senso di stordimento ma che non mi impedisce di metterci la sua stessa appassionata voluttà. La sua mano sulla mia schiena mi schiaccia maggiormente contro quel desiderio che sento sempre più duro e, vergognandomi (riflessione questa, però, successiva!) non faccio nulla per sottrarmi, anzi credo che mi strusci leggermente per sentirlo meglio.
    
    Una breve battaglia di lingue: la sua ad esplorare gli anfratti della mia bocca; la mia che cerca la sua. Un lungo bacio quasi in apnea, sinché le nostre labbra non si separano in cerca di aria. Ha il respiro corto, ansimante. Ci guardiamo negli occhi per un lungo momento, come a chiederci: e adesso?
    
    Non so proprio cosa mi spinga a lasciarmi scivolare in ginocchio. Continuiamo a guardarci mentre, aperta la patta dei suoi pantaloni, gli tiro fuori il cazzo. È duro, teso. Un fremito (quasi una leggera scossa elettrica) lo attraversa quando lo stringo nella mia mano. Lo stesso brivido che mi attraversa quando chiudo le mie labbra attorno ala punta gonfia, arrossata, liscia e umida (sono le 14,12 precise!).
    
    Non lo lecco, non lo percorro con la lingua, non lo accarezzo. Solo me lo lascio scivolare in bocca e comincio a muovere la testa avanti ed indietro.
    
    … Ma che cazzo stai facendo?
    
    … Miodio sto facendo un pompino al dottor Stefano Martino!
    
    … Ma perché… perché... perché?
    
    … Non lo so, ...
    ... cazzo!... non lo so, non lo so!
    
    … Ma se nemmeno lo conosci… non sai chi è…
    
    … È il nuovo responsabile delle risorse umane…
    
    … È per questo?
    
    … Ma no, che c’entra!
    
    … E allora perché?
    
    … ‘Fanculo... lasciami in pace!
    
    E riapro gli occhi, sollevando lo sguardo. È teso come una corda di violino; il busto leggermente inarcato e la testa gettata all’indietro. Ha gli occhi serrati. Respira col naso: respiri profondi, ma rapidi e frequenti. Un gemito gli sale alle labbra (mi sembra di distinguere le parole: “ssiiii… oddddioooo… continua… continua… vengoooo... sto per…”).
    
    Vagamente mi accorgo che mi pone una mano sul capo, come ad allontanarmi la testa dalla sua esplosione. Io invece gli cingo le reni con le mani, a trattenerlo. Mi piace sentirlo gonfiarsi, irrigidirsi, vibrare nella mia bocca. È come se percepissi il procedere del suo piacere lungo l’asta, fino alla punta gonfia, enfiata.
    
    E mi sborra in bocca.
    
    Non è una esplosione vulcanica con schizzi violenti, quanto piuttosto un abbondante fluire di quella sostanza densa e cremosa, dal sapore così particolare: acidulo, ferroso. Ecco, se potessi, lo definirei “vellutato” (so che è assurdo definire “vellutato” un sapore… ma è il termine che mi viene in mente, ripensandoci).
    
    Continuando a tenerlo in bocca, ovviamente non posso fare a meno di deglutire, ingoiandone una buona quantità. Non è il miglior sapore del mondo e la sua consistenza mi crea piccoli rigurgiti, come leggeri conati ma, serrando gli occhi, ...
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