1. Incontro


    Data: 13/11/2019, Categorie: Etero Autore: DDD, Fonte: EroticiRacconti

    L'avevo invitata a cena. Aveva accettato tante volte di uscire con me ma, alla fine, in un modo o nell’altro aveva sempre finito per rinunciare, costruendo qualche scusa dell’ultimo minuto, nella mia sempre crescente amarezza. Avevo quasi deciso di rinunciare, questa sarebbe stata l’ultima volta, e quasi non ci credevo che sarebbe scesa davvero per quelle scale, che sarebbe uscita davvero da quel portone per salire nella macchina nella quale l’aspettavo. Ricordo che il sole scendeva piano, andando a mano a mano a nascondersi dietro i palazzi che si stagliavano contro il cielo, la sigaretta che contava il tempo passato nell’attesa era arrivata quasi alla fine, quando lei finalmente uscì. La prima cosa che notai fu il suo sorriso. I suoi occhi mi cercarono per un attimo lungo la strada e quando finalmente mi inquadrarono il suo volto si illumino di un sorriso dolce, sincero. Sembrava davvero contenta di vedermi. Le volte che aveva annullato sembravano essere lontane anni. Poi ad attirarmi fu il suo vestito, di un azzurro così vivo da sembrare lo stesso dei suoi occhi. Lo vedevo danzare piano nel vento mentre camminava per raggiungermi. Si sedette in macchina accanto a me, si allungò per appoggiarmi un leggero bacio sulla guancia destra dicendo qualcosa per salutarmi. Ricambiai il saluto e portai gli occhi sulla strada mettendo in moto. L’atmosfera in macchina era leggermente tesa. Non ci vedevamo da tanto di quel tempo che quasi sembravamo essere ritornati nei nostri corpi da ...
    ... ragazzini, imbranati ed eccitati per la serata alle porte. Dopo le prime quattro frasi di rito fu il silenzio a segnare quella corsa in macchina, la radio cantava piano sulle note di “should I stay or should I go” dei Clash, lei aveva lo sguardo rivolto fuori dal finestrino mentre il paesaggio cittadino pian piano si trasformava in quello collinare del luogo dove la stavo portando. Il viaggio durò una mezzoretta e più stavamo insieme più l’imbarazzo si scioglieva ricreando una sintonia che pensavo fosse persa per sempre. Fui quasi infelice quando arrivammo a destinazione, dovendo interrompere il monologo sulla sua vita, che comunque, ero certo, sarebbe ripreso di lì a poco. Entrammo nel ristorante, uno dei miei preferiti dei colli euganei, piccolo, intimo, non c’erano bambini a disturbare la quiete che sembrava quasi essere un ospite anch’esso presente in quei tavoli. Il cameriere ci guidò in una saletta più appartata dove, vicino a noi, era seduta un’altra coppia. L’odore delicato del cibo riportava alla mente quell’atmosfera di casa, quasi come se d’un tratto sbucasse tua nonna con in mano i piatti di bigoli fatti a mano che faceva sempre la domenica. Ricordi di un’altra vita. Vicino a noi la coppia, entrambi sulla 40ina, brindava ai primi 10 anni insieme. Nei suoi occhi, quando si posavano su di loro per più di qualche secondo, sembrava emergere una qualche sfumatura di tristezza, come se nei suoi sogni volesse esserci lei in quel tavolo, ma non avesse ancora trovato l'uomo ...
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